Odio le liste perché si riferiscono sempre a cose da fare, obblighi, incombenze, scadenze. Tutto il contrario di quello che vuole essere questo blog. La stessa abitudine di fare la lista a dicembre di ogni anno è una delle tante voci della lista della vita di chiunque abbia uno spazio in cui si parla di musica. Nulla di quello che leggerete è in ordine, nessuna classifica, solo un ulteriore, piccolo riconoscimento verso quegli Artisti (ci vuole la maiuscola) che mi hanno reso le mie orecchie degne di esistere e di fare quello per cui sono state create.
Disco summer: Cadaveric Incubator – Sermons of the devouring dead. Come ho già scritto in recensione è stato il mio compagno più fidato nelle ore in spiaggia. Niente di più, niente di meno.
Disco del cambio di stagione: Drudkh/Paysage d’hiver – Split. Un dischetto a due facce, entrambe molto belle, la prima volta verso l’autunno e la seconda totalmente verso l’inverno. Una specialità ascoltata al momento giusto.
Disco tanto lungo quanto bello: Vin de mia trix – Palimpsests. Una partita di calcio, più o meno. Ma con vista sull’infinito.
Disco bagnato da litri di lacrime: 1476 – Our Season Draws Near. Mi viene il magone al solo pensiero.
Beata giovinezza: Heir – Au Peuple de l’Abîme, Ekpyrosis – Asphyxiating Devotion, Falaise – My Endless Immensity. Artisti poco più che ventenni che hanno già tirato fuori il disco che li farà ricordare per tanto, tantissimo tempo.
Metallo brutallo: Gutslit – Amputheatre, Benighted – Necrobreed, Hideous Divinity – Adveniens. Un ascolto e li riconosci: quanti nel death metal possiedono questa essenziale caratteristica? Il brutal death, per inciso, è il genere che -a parte pochi nomi- mi ha deluso di più ultimamente.
Italia nera: Mascharat – Mascharat, Black Faith – Nightscapes, The Clearing Path – Watershed Between Earth and the Realm of Hyperborea, Obscure Devotion – Ubi certa pax est, Hornwood Fell – My body my time. Non è piaggeria, non è una quota nera: è che se dovessi indicare i migliori dischi black usciti quest’anno, sarebbero quasi tutti italiani.
La merda che non t’aspetti: Enslaved – E, Acid Witch – Evil sound screamers, Goatwhore – Vengeful ascension. Fatemi spiegare. Non sono i dischi più brutti del 2017, è che non riesco a immaginarli come creazioni di quei gruppi.
Ancora qua? Belphegor – Totenritual, Svartsyn – In Death, Six Feet Under – Torment. Basta, basta, basta.
Esordi dell’anno: Voëmmr – Nox Maledictvs, DSKNT – PhSPHR Entropy. Usciti fuori dal nulla, sono diventati in breve dei punti fermi dei miei ascolti.
Copertine dell’anno: Bell Witch – Mirror Reaper, Jupiterian – Terraforming, Loss – Horizonless. A parte quello dei Bell Witch, sono anche dei dischi della madonna. In questi disegni ci si perde, sono qualcosa di straordinario.
Disco pop: While she sleeps – You are we. Perdonami, padre, perché ho peccato.
Dischi bong: Tuna de Tierra – Tuna de tierra, Meteor Chasma – A monkey into the space. Perché a volte c’è bisogno di sbracarsi e non avere rotture di coglioni.
Piccoli e saporiti: (questi ve li incolonno, sono tanti)
Prison of Mirrors – Unstinted, Delirious, Convulsive Oaths
Apologoethia – Pillars
Medico peste – Herzogian darkness
Engulf – Subsumed atrocities
Serpent ritual – Nexvs diaboli
Wending Tide – The painter
Nornahetta – Synesthetic pareidolia
Barbaric horde – Tainted Impurity
Malakhim – Demo I
La botte piccola e la moglie ubriaca… com’era il proverbio?
Dischi da ultimo dell’anno: Buioingola – Il nuovo mare, Au-Dessus – End of chapter. Perché la fine è l’inizio di tutto.
Disco da primo dell’anno, per ricominciare più carichi di prima
Hellish God – The evil emanations
[F]
[…] Devotion, che nel 2017 hanno rilasciato un album ottimo [non a caso l’ho inserito nella listona di fine anno!, ndF], oppure gli Heavy Metallers Walkyrya. Fra le nuove leve seguo con interesse gli Eyelids, […]
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[…] nel meraviglioso Palimpsests dei Vin De Mia Trix, non mi ero preparato al ritorno dei Monolithe. Come avete letto in questi mesi, di doom non ne […]
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