Tra natura e storia: il nuovo black metal italiano (con Barad-Dur, Dying Leaf, Dark Rain Forest, MinerviuM, Vetrarnott, Taur-Im-Duinath)

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No, non torno a fare recensioni, non ne ho proprio voglia e non le chiamerò così nei tag, così non avrete da lanciarmi contro accuse di sinteticità o superficialità. È che sto notando che mi passano tra le mani sempre più dischetti giovani, freschi, che ancora non stazionano sulle homepage dei siti metal (le riviste non esistono più, lo sapete meglio di me). Oramai è noto il mio modus procedendi: mi parte l’embolo e devo scrivere almeno qualcosa al riguardo. Ed eccomi qua. Il caso ha voluto che fosse tutta roba locale, a chilometro zero o quasi, tutta nel segno del caprone. Black metal, insomma. Il titolo di questo post vi dice tutto quello di cui avete bisogno per evitare di incorrere in acide delusioni: in alcuni casi vi scrivo di esordienti reali o quasi, dove la perfezione o il miracolo non sono ancora arrivati; in altri di esordienti solo sulla carta, alle prese con nuove incarnazioni artistiche.

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Qualche parola d’amore e di metallo sul XXIV Agglutination Metal Festival, Chiaromonte 19 agosto 2018

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Ogni anno, una mattina d’agosto, un metallaro si sveglia con il cruccio di dovere (o è più un volere?) scrivere un’introduzione al resoconto dell’Agglutination. Col vostro permesso, vorrei tenermi leggero e concentrato sui gruppi, i veri protagonisti, quindi vi lancio qualche punto chiave del pre-ventiquattresimo (VENTIQUATTRO EDIZIONI, ditelo con me, è monumentale come concetto): previsioni meteo che definire nefaste è un eufemismo, tanta eccitazione come al solito e un viaggio d’andata a Chiaromonte in cui ho constatato la divergenza abissale tra la Lord of All Feavers & Plagues di Altar of Madness e quella di Entangled in Chaos. Non c’entra un cazzo col festival, direte voi: e no, è stata invece una rivelazione utile per concludere il paragrafo introduttivo che altrimenti sarebbe stato esattamente uguale a quello delle altre sei edizioni a cui ho partecipato.

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Lucanian skills: l’arte di sovrapporre gli Yawning Man all’Agglutination

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Da qualche mese tutti sanno che a Chiaromonte, tra dieci giorni esatti, si terrà la ventiquattresima edizione dell’Agglutination Metal Fest, con gruppi che tendenzialmente mi piacciono tutti: Rome in Monochrome, Circle of Witches, Ad Noctem Funeriis, Witchunter, Necrodeath, Folkstone, Pestilence e Death SS. Tenendo conto di come un fest ben più ambizioso e altisonante come il Colony Open Air (con Abbath, Dark Funeral, Taake, Carpathian Forest, Venom e tanti altri) sia andato letteralmente con le gambe all’aria appena prima della seconda edizione, capite come la costanza e la consapevolezza dei propri mezzi sia da sempre il punto di forza della rassegna di Gerardo Cafaro.

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20 euro solo bocca: il mestiere più antico applicato alle recensioni

L’altra sera stavo per vomitare. Non avevo mangiato troppo, o meglio non eccessivamente per i miei standard suini. È che ci sono eventi della vita quotidiana che influiscono sulla salute psicofisica in modo dirompente, si fa fatica a passare oltre. Ci sono poi altri eventi che equivalgono a un fisting nella laringe e poi giù nella trachea. Il risultato è prevedibile: vomito, fiotti scuri e consistenti.

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