Da qualche mese tutti sanno che a Chiaromonte, tra dieci giorni esatti, si terrà la ventiquattresima edizione dell’Agglutination Metal Fest, con gruppi che tendenzialmente mi piacciono tutti: Rome in Monochrome, Circle of Witches, Ad Noctem Funeriis, Witchunter, Necrodeath, Folkstone, Pestilence e Death SS. Tenendo conto di come un fest ben più ambizioso e altisonante come il Colony Open Air (con Abbath, Dark Funeral, Taake, Carpathian Forest, Venom e tanti altri) sia andato letteralmente con le gambe all’aria appena prima della seconda edizione, capite come la costanza e la consapevolezza dei propri mezzi sia da sempre il punto di forza della rassegna di Gerardo Cafaro.
Quest’anno ci sono anche due gruppi più “leggeri” come Rome in Monochrome e Folkstone: vorrà dire qualcosa in prospettiva futura? Chissà. Nel frattempo qui si freme, i fan volenterosi hanno tempestato il loro paesino abbarbicato sulle montagnole lucane di manifestini del festival e si prega, per quanto un popolo di bestemmiatori possa essere poco indicato, affinché il clima sia clemente. Sembra una favola. Se fosse una fiction tv, avrebbe una musichetta di sottofondo con carillon, contorni sfumati e animaletti che attraversano la strada felici e senza alcuna paura di essere arrotati. Nel mio mini-mondo, questa scena idilliaca ha avuto un improvviso coup de théâtre.
Dovete sapere, se non ve l’ho già scritto altrove, che in Basilicata i concerti rock sono più che rari. Come ho avuto modo di riassumere ad un amico su Facebook che è riuscito a portare al suo paesello addirittura gli In Tormentata Quiete, non abbiamo alcuna tradizione, se non quella portata avanti da Gerardo Cafaro e da qualche anno il Woody Groove Festival, che poche settimane fa ha visto esibirsi i Goblin di Claudio Simonetti. Riassumo quello che è avvenuto dall’estate scorsa. A fine luglio a Matera c’è stato il Basilicata Metal Fest (con Uli John Roth e i Goblin), poi l’Agglutination ad agosto (e l’influenza maledetta dell’autore di queste folli righe) e per chiudere il 2017 con Eyelids e Prison of Mirrors a Potenza lo scorso dicembre. A seguire Meteor Chasma e Tuna de Tierra nel capoluogo ad aprile, il mese successivo il contest dell’Agglutination e a inizio giugno il trittico Eyelessight, laCasta e Eyelids sulla costa ionica. Li consideriamo i Lacuna Coil a Melfi qualche giorno fa? Direi di soprassedere. Ecco, questo è quanto. Un’intera annata rock e metal di una regione, non di una città, condensata in poche righe. A me fa piangere questa situazione, non so a voi.
Ebbene, ho appreso che proprio il 19 agosto, suoneranno a Potenza gli Yawning Man. Un gruppo stoner / desert rock imperdibile, tanto che Brant Bjork ha detto di loro: “Yawning Man was the sickest desert band of all time. Oh, they’re the GREATEST band I’ve ever seen”.
A soli centoquaranta chilometri di distanza, in una regione che non ospiterà altri live almeno fino a Natale (vogliamo scommetterci?), due concerti che si rivolgono ad un target non certo disomogeneo, che inevitabilmente vanno a cozzare. Io li avrei visti volentieri entrambi e mi sto struggendo a scrivere queste parole proprio perché è profondamente ingiusto. Sono sicuro di non essere il solo a pensarlo. Tra l’altro gli Yawning Man stanno in Italia dal 13 al 23 agosto, suonano quasi tutti i giorni, da Brescia in giù, ed è una singolare e stramaledetta coincidenza farli esibire a Potenza proprio L’UNICO GIORNO DELL’ANNO in cui IN BASILICATA c’è una sorta di concorrenza. Non me ne frega nulla di fare appelli, so che è impossibile cambiare le carte in tavola adesso, ma so per certo che per dieci giorni, la mia psiche sarà turbata e annebbiata. Non dico al livello di quando si facevano avanti i primi rumors su Cristiano Ronaldo, ma quasi. Sogni convulsi e risvegli nella notte in cui, sudato e disidratato, crederò di aver visto un post in cui l’Agglutination annuncia di aver ingaggiato gli Yawning Man per il 19. O qualsiasi altro accadimento equivalente che eviti questo indegno e indesiderato derby di concertoni. Chi l’avrebbe mai immaginato? [F]