Moribundo – Raíz Amarga (Satanath Records) – 2017

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A proposito di roba massiccia, un po’ ciò che mancava negli Humanity Zero, chiamo in causa i Bizarre, autori lo scorso anno di un EP veramente pregevole uscito per Xtreem Music. È un death molto appiccicoso, ma non ci interessa per ora. È il loro chitarrista che fa al caso nostro. Egli si è accollato gli oneri e gli onori di scrivere e suonare tutta la musica del progetto Moribundo. Se c’è una cosa di cui non difetta, è la chiarezza. Uno dei nomi più doom di sempre. I testi e il cantato sono opera rispettivamente di Mortvs Vyrr e Luis Miguel Merino. L’atmosfera non è troppo diversa da quella degli Humanity Zero, ma Raíz Amarga ha un lavoro di arrangiamenti superiore e di conoscenza ottimale delle dinamiche esatte di un album potenzialmente faticoso come uno doom/death.

La voce è molto varia e viscerale, lo spagnolo aiuta molto a sottolineare il male intrinseco della situazione. È anche grazie alle melodie azzeccate e non troppo enfatizzate che le canzoni si stagliano nella loro assoluta qualità passo dopo passo, e nel cambiamenti molto bruschi di umore emerge la bravura e l’esperienza di Evilead. Tutto un altro pianeta rispetto ai buoni greci di cui parlavo prima e anche rispetto a altri concorrenti come gli Altar of Betelgeuze, siamo più dalle parti di Draconian e Doom VS. Con il pregio ulteriore della durata, mentre è sottinteso oramai l’immenso senso di tragedia trasmesso. Hanno capito che, se fanno brani da 10 minuti minimo, non possono pretendere che gli ascoltatori se ne iniettino sette di fila e quindi possiamo ben dire che questi trentasei minuti non saranno i più tristi che avrete passato quest’anno, ma sicuramente poco ci manca. Un manuale illustrato per farla finita, da 0 a 99 anni.
[F]

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