Intervista ai Thulsa Doom

L’avevo scritto anni fa, lo sto ribadendo ora e spero di ripetermi anche in futuro. I Thulsa Doom sono un gruppo fantastico, in vetta alle miei classifiche personali del genere. Death metal della miglior specie. Qualche mese fa è uscito il loro secondo album, A Fate Worse Than Death, per Invictus Productions. Avevo già spremuto a sufficienza i ragazzi romani nel 2019, quindi ripartiamo dall’intervista precedente e immergiamoci in quella nuova. [F]

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Fingerfood #1 – Thulsa Doom, Majestic Mass, Apotemnophobia, Hagetisse, Antropofagus

La musica è il cibo dell’anima, dicono. E per chi un’anima non ce l’ha? Come la mettiamo? Io ho solo appetito, per dire. Perciò un taglio culinario al blog lo darei volentieri: cominciamo con un nuovo concept. Fingerfood è un termine in voga, che in certi ambienti hanno reso odioso, mentre in altri è sinonimo di vera e propria arte. Io lo reinterpreto come solo un porco selvaggio può fare, sempre in senso metaforico perché il suino le dita non le ha. A quanto ricordo, si parla di… piedini.
E insomma, non si tratta solo di bocconcini, ma di portate lampo per cui vale la pena leccarsi le dita (o i piedini). Anzi, persino spolparsele bene. Come nella mia prima vita blogghettara, cercherò di evitare le cose che reputo brutte o mediocri. Per il solito discorso secondo cui siamo di passaggio su questa landa desolata. Passaggio per giunta fugace. E perdere anche 3 minuti può essere un cazzo di problema. Se vi piace il format, sappiate che ho preso spunto da Extrema Ratio, che esce periodicamente su Aristocrazia Webzine, e da Bones, che era uno dei miei appuntamenti preferiti di Metallized.

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Intervista ai Thulsa Doom

Ve la faccio breve: i Thulsa Doom sono tra i migliori gruppi “nuovi” degli ultimi anni. Le virgolette sono d’obbligo perché leggerete di come questi vulcanici ragazzi romani abbiano già fatto la giusta gavetta in altre band. Sono sicuro che l’eccezionale Realms of Hatred è solo l’inizio. Tra l’altro quest’album è un invidiabile biglietto da visita anche per i live: pochi giorni fa è uscito fuori che i Blasphemy saranno a Roma a dicembre e spero tanto che gli organizzatori siano sufficientemente svegli da capire che in apertura ci vogliono solo Serpent Ritual, Thecodontion e appunto Thulsa Doom. [F]

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Il 2018 di Blog Thrower – la versione entusiasta di [F]

Questa non è una lista dei migliori album del 2018 perché credo che questo lavoretto, tanto morbosamente amato da chi scrive di musica, sia alquanto ingannevole. Meglio chiamare le cose col loro nome: i dischi che mi sono piaciuti di più. Punto. È opportuno inoltre sottolineare che se per qualcuno l’ascolto del metal è stato superficiale, molto probabilmente il “disco dell’annooooo!!!!!” sarà già quello dei Behemoth o dei Judas Priest. Ma va bene così. Questo per dirvi che non voglio darvi solo i nomi caldi, ma anche e soprattutto quelli che mi hanno accompagnato con grande profitto durante i dodici mesi appena trascorsi. Altrimenti la mia lista sarebbe piena di Aborted, Obliteration, Hate Eternal , ma anche Arkhtinn. Funeral Mist, Imperial Triumphant, Sargeist, Ungfell, Kriegsmachine, Ævangelist e Svartidauði. In sostanza: a che serve una carrellata di nomi che già sapete essere imperdibili (perché lo sono, c’è poco da fare), e che avete sicuramente letto già altrove? E poi, sapete, a me non piace fare classifiche.

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