Intervista a Francesco Del Vecchio (Taur-Im-Duinath, Párodos, Scuorn, ex One Day In Fukushima)

Francesco Del Vecchio è un musicista campano che avete sicuramente notato perché suona (o ha suonato) in diversi gruppi, abbracciando molti generi musicali. Dalla roba irruenta dei Throes of Perdition, al grindcore dei One Day In Fukushima, e ora session live per uno dei gruppi italiani più conosciuti, Scuorn, oltre che chitarrista dei Párodos. Ma io ho voluto privilegiare il suo progetto Taur-Im-Duinath, che è quello che reputo più maturo e che preferisco. Del Flusso Eterno è finito anche nella mia listona di fine 2018, tra l’altro. Ma partiamo dall’inizio. [F]

Continua a leggere…

Il 2018 di Blog Thrower – la versione entusiasta di [F]

Questa non è una lista dei migliori album del 2018 perché credo che questo lavoretto, tanto morbosamente amato da chi scrive di musica, sia alquanto ingannevole. Meglio chiamare le cose col loro nome: i dischi che mi sono piaciuti di più. Punto. È opportuno inoltre sottolineare che se per qualcuno l’ascolto del metal è stato superficiale, molto probabilmente il “disco dell’annooooo!!!!!” sarà già quello dei Behemoth o dei Judas Priest. Ma va bene così. Questo per dirvi che non voglio darvi solo i nomi caldi, ma anche e soprattutto quelli che mi hanno accompagnato con grande profitto durante i dodici mesi appena trascorsi. Altrimenti la mia lista sarebbe piena di Aborted, Obliteration, Hate Eternal , ma anche Arkhtinn. Funeral Mist, Imperial Triumphant, Sargeist, Ungfell, Kriegsmachine, Ævangelist e Svartidauði. In sostanza: a che serve una carrellata di nomi che già sapete essere imperdibili (perché lo sono, c’è poco da fare), e che avete sicuramente letto già altrove? E poi, sapete, a me non piace fare classifiche.

Continua a leggere…

Tra natura e storia: il nuovo black metal italiano (con Barad-Dur, Dying Leaf, Dark Rain Forest, MinerviuM, Vetrarnott, Taur-Im-Duinath)

37404798_2361125847235864_2707240881647255552_o

No, non torno a fare recensioni, non ne ho proprio voglia e non le chiamerò così nei tag, così non avrete da lanciarmi contro accuse di sinteticità o superficialità. È che sto notando che mi passano tra le mani sempre più dischetti giovani, freschi, che ancora non stazionano sulle homepage dei siti metal (le riviste non esistono più, lo sapete meglio di me). Oramai è noto il mio modus procedendi: mi parte l’embolo e devo scrivere almeno qualcosa al riguardo. Ed eccomi qua. Il caso ha voluto che fosse tutta roba locale, a chilometro zero o quasi, tutta nel segno del caprone. Black metal, insomma. Il titolo di questo post vi dice tutto quello di cui avete bisogno per evitare di incorrere in acide delusioni: in alcuni casi vi scrivo di esordienti reali o quasi, dove la perfezione o il miracolo non sono ancora arrivati; in altri di esordienti solo sulla carta, alle prese con nuove incarnazioni artistiche.

Continua a leggere…