Fetidi ectoplasmi fottimorte e putrescenti quaglie dagli occhi gialli: perché il 2019 è stato un anno meraviglioso

In questo periodo di feste e raccoglimento spirituale, nella chiusura del santo 2019, riprendo un concetto a me caro. Devo davvero dirvi io di ascoltare Blood Incantation, Devourment, Coffins, Hideous Divinity, Misery Index, Profanatica, Impiety, Teitanblood, Diocletian, Deiphago, Batushka, Mayhem, Darkened Nocturne Slaughtercult, Storm{O}, Wolfbrigade, Cult of Luna e Atlantean Kodex? Se eravate giunti su questa pagina per leggere di loro, ecco: lo avete appena fatto. Ma vi sentite davvero soddisfatti? In fondo questi sono nomi che nelle listone sono SEMPRE presenti. A ragione direi. Nel 2019 i gruppi appena citati hanno creato album bellissimi, ma – come già avrete intuito – non mi appassionano i discorsi sull’ovvio. Allora con sommo piacere mi accingo ripercorrere un anno pienissimo come quei deliziosi calamari nelle mani violente e decise di mia nonna. Non ci sono capolavori? Chissà, io dico sempre che lo scopriremo solo tra qualche anno. Ah il tutto è in ordine rigorosamente alfabetico: no alle classifiche!

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Signal Rex punta al Nord: Se Lusiferin Kannel, Sammas’ Equinox e Örmagna

Su queste pagine ho scritto tantissimo, troppo forse, su Signal Rex e sulle sue gigantesche imprese in ambito black metal, specialmente portoghese. Non voglio ripetermi, lascio solo qualche link alle passate escursioni. Stavolta la scena locale non è protagonista perché ci sono in ballo tre dischi di respiro più ampio. Chiamateli pure commerciali, vendibili, accessibili, di sicuro appeal. Non sono termini offensivi perché saltano subito alla mente se proviamo solo a paragonarli ad altre uscite della label come Snorri, Zwarte Dood, Holocausto Em Chamas e via discorrendo. Come potete immaginare, non c’è tanto da spartire con la oscura e irreprensibile sub-label Harvest of Death, le cui recenti opere meritano davvero un capitolo a parte. Signal Rex, a inizio 2019, ha deciso di volgere il suo sguardo verso Finlandia e Islanda.

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Lusitanian horde 2018 – le solide realtà: Ordem Satânica, Ruach Raah, Candelabrum, Wømb, Degredo

È più “veterano” un gruppo attivo dal 1996 con un paio di EP, oppure un altro che nell’arco di un lustro ha pubblicato almeno un lavoro all’anno? Ovviamente la risposta è: dipende, non si può tracciare un discrimine netto. Ci sono talmente tante variabili in campo… Ebbene, in Portogallo si segue la seconda delle alternative appena descritte, quindi in questa occasione tocca ai gruppi che in Italia sarebbero considerati giovani e inesperti, mentre invece hanno già un gran numero di uscite.

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Prison of Mirrors – Unstinted, Delirious, Convulsive Oaths (Signal Rex), 2017

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Non faccio favoritismi a gruppi italiani, né a quelli con cui condivido il destino e l’origine terronica. Ma quando ne trovo di così sanguigni e malvagi devo solo chiudermi in camera e aspettare la fine imminente. Non vi capita mai di temere per la vostra incolumità a causa di album che sapete essere stati creati non lontanissimo dal vostro loculo? Se foste lucani non vi capiterebbe così spesso e quindi le rare volte che succede stareste bene all’erta.

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Goldenpyre – In Eminent Disgrace (Signal Rex), 2017

a4070415088_10Sembravano essere la classica band underground i Goldenpyre, con diversi demo discreti dal 1998 al 2003 (raccolti tutti nella compilazione Turmoil of Flesh, doppia cassetta), poi qualche tour con Suffocation e Nile. Il destino però si è messo di traverso e ha deciso -e scusate il macabro umorismo- che underground doveva andarci il loro nuovo cantante, Jarder, annegato nel 2009.

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