Intervista a Void (Feed Them Death, Bune, Rising Bear Flottilla, ex Antropofagus)

Quante volte ci siamo trovati davanti a soggetti che hanno solo lontanamente sfiorato la storia, con gruppi scarsissimi, e poi sono tornati in tempi recenti cercando di capitalizzare ingiustamente una sorta di status dovuto solo all’anzianità? Dire “io c’ero” non basta. Il musicista che ho intervistato, invece, c’era – e come se c’era! – nella seconda metà degli anni Novanta con gli Antropofagus. E non ha pensato neppure per un momento di vivere di nostalgia o furbi richiami a quel passato. Adesso c’è Feed Them Death, al secondo album e con tante idee, per giunta chiarissime. Panopticism: Belong / Be Lost esce ad aprile per I, Voidhanger Records e può essere acquistato in formato cd su questo sito. [F]

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Fetidi ectoplasmi fottimorte e putrescenti quaglie dagli occhi gialli: perché il 2019 è stato un anno meraviglioso

In questo periodo di feste e raccoglimento spirituale, nella chiusura del santo 2019, riprendo un concetto a me caro. Devo davvero dirvi io di ascoltare Blood Incantation, Devourment, Coffins, Hideous Divinity, Misery Index, Profanatica, Impiety, Teitanblood, Diocletian, Deiphago, Batushka, Mayhem, Darkened Nocturne Slaughtercult, Storm{O}, Wolfbrigade, Cult of Luna e Atlantean Kodex? Se eravate giunti su questa pagina per leggere di loro, ecco: lo avete appena fatto. Ma vi sentite davvero soddisfatti? In fondo questi sono nomi che nelle listone sono SEMPRE presenti. A ragione direi. Nel 2019 i gruppi appena citati hanno creato album bellissimi, ma – come già avrete intuito – non mi appassionano i discorsi sull’ovvio. Allora con sommo piacere mi accingo ripercorrere un anno pienissimo come quei deliziosi calamari nelle mani violente e decise di mia nonna. Non ci sono capolavori? Chissà, io dico sempre che lo scopriremo solo tra qualche anno. Ah il tutto è in ordine rigorosamente alfabetico: no alle classifiche!

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Intervista agli Abstracter (metal, California)

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È stata un’intervista stranissima, quella che state per leggere. Oltremodo entusiasmante, piena zeppa di passione, un calcio in culo al politicamente corretto che impera anche nella musica estrema, ma devo ammettere che mi sono trovato in difficoltà a non sapere chi dei californiani Abstracter avrebbe risposto alle mie domande. Ok, qualche risposta posso intuire da chi è stata data, ma le altre? Hanno risposto collettivamente a tutte le domande? Oppure singolarmente? Oppure ancora alcune insieme e altre da soli? Mi sono un po’ confuso, forse non avrei dovuto, ma se avvertite un senso di spaesamento e di qualche frase discordante tra singolare/plurale… beh ecco, è dovuto a questa vicenda. E pensare che se solo questi ragazzi avessero voluto, avrei potuto sommergerli di altre decine di domande, su vari aspetti della loro vita al di fuori della band, ma non hanno voluto. Pace. Quello che troverete qui sotto è puro succo di Abstracter: piedi per terra e tanta qualità. Non avevo dubbi che sarebbe uscita fuori un’intervista molto intelligente. [F]

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Esoctrilihum – Pandaemorthium (Forbidden Formulas To Awaken The Blind Sovereigns Of Nothingness) [I, Voidhanger Records, 2018]

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Con immenso dolore vi annuncio che monsieur Asthâghul è esploso. A meno di un anno dall’uscita dal primo disco, stupendo e sorprendente, il suo progetto Esoctrilihum torna con un album che è tutto un programma. Volete sapere il titolo? Pandaemorthium (Forbidden Formulas to Awaken the Blind Sovereigns of Nothingness). È allucinante, purtroppo in senso negativo.

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Eigenlicht _ Self-Annihilating Consciousness (I, Voidhanger Records, 2018)

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Se si mettono insieme membri di Sadhaka, Fauna e Skagos non può uscir fuori un disco breve e contenuto. Sono gruppi che mai hanno avuto chiari i confini di quella cosa che volgarmente chiamiamo “canzone”, consegnandoci dischi fiume, alcuni più e altri meno riusciti. Nella prima categoria, cioè quella dei dischi belli perché lunghi e lunghi perché belli, rientra anche il primo full lenght degli Eigenlicht. Eppure dalla demo Sacral Regicide non avrei mai pensato che potessero diventare così bravi.

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Tongues – Hreilia (I, Voidhanger Records) 2017

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Mmmmmmmmmm! La mia recensione potrebbe finire qui, con un me gongolante e in totale estasi. Quanto mi è mancata I, Voidhanger in questi primi mesi di blog, quanto mi son mancati i Tongues! Gente di poche parole, niente coriandoli nel cervello o idolatria alcuna. I danesi mi avevano buttato giù nel 2014 con l’intenso Thélesis Ignis, in cui rendevano i Desolate Shrine schiavi sessuali dei Deathspell Omega (e viceversa).

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Chi fa da sé… fa da sé #2: Antigone’s Fate, Vargrav, Elegiac, The Clearing Path, Cryptivore

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Nel segno di Paolo Bitta, unico vate e ispiratore di modi di dire lasciati a metà, mi appropinquo verso le uscite del 2018, ma ho ancora una caterva di roba molto meritevole da segnalarvi dagli scorsi mesi. I miei (nostri ormai) amici musicisti più o meno dichiaratamente sociopatici vanno avanti per la loro strada lastricata di intenti folli e imprese fuori dal comune e non potrei essere più felice, come lo sono oggi, di dar conto di alcuni di loro, che hanno reso l’inverno una stagione migliore e il panorama metal ancor più ricco.

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Splittini bellini #1: Lihhamon / I I, Paramnesia / Ultha, Barshasketh / Outre, Cultes des Ghoules / Sepulchral Zeal, Jute Gyte / Spectral Lore

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Sto rivalutando tantissimo questo formato, sapete? No, non il lupo. Lo split. E prende piede in me una triste considerazione: gli split più pubblicizzati, più diffusi e più acclamati di solito sono i più inutili. Ricordate quella roba imbarazzante tra Bulldozer e Death SS? Ecco, capite cosa intendo. Me ne sono già passati tra le mani alcuni, in autunno fu il tempo di BLSPHM e Sutekh Hexen, poi della combo cilena Wrathprayer e Force of Darkness. Bei ricordi! Ho deciso di raccogliere in un unico post gli altri splittini che mi hanno colpito molto e ovviamente sono fortemente consigliati.

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