Lovecraftiani di Renania: l’orrore strisciante secondo The Crawling Chaos Records

Anche dallo spam può nascere qualcosa di buono. Prefazione: stavo per cancellare dai miei contatti il boss di The Crawling Chaos Records. Non era passato che qualche minuto da quando mi era apparso tra i contatti ed era già partito con un’insistente campagna pubblicitaria a mie spese. Nessun problema, so che oggigiorno si cerca di vendere il proprio prodotto in ogni modo. Mi sono trattenuto, ho indagato più a fondo ed ecco il risultato.

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In nomine Satanath (con bonus Funere): Vomitile, Automb, Nordland, Sinister Downfall

Ogni tanto faccio un salto dalle parti (virtuali) di Aleksey Korolyov e, al netto di qualcosa davvero improponibile, trovo sempre della buona musica. Non mi occupavo della sua etichetta da tanto tempo e ho colto l’occasione per riprendere un mucchio di uscite interessanti per svariati motivi. Signori, a voi un’infornata infernale della roba recente che più mi è piaciuta di Satanath Records e delle label satelliti Grimm Distribution e Funere. Nulla purtroppo di Symbol of Domination Prod. mi è piaciuto abbastanza, pazienza. Per farvi capire come mr Korolyov sta crescendo, sappiate che da qualche mese ha iniziato a stampare edizioni russe della discografia intera di Burzum, nonché di tante uscite recenti (Hate Eternal, Orphaned Land e altri ancora). Partiamo dalla label madre.

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Lihhamon – Doctrine (Nuclear War Now! Productions, 2017)

Che nome brutto, terribile, orrendo. Mi piace. Lihhamon, è che da noi la doppia acca non è contemplata. Non saprei come pronunciarvi. È della partita anche Vent, ex bassista degli Evil Warriors, anche loro alle prese con un disco nuovo dopo sette anni di buio. Di loro mi sono già occupato altrove, così come dello split Lihhamon/I I, altrimenti mi confondo: troppe posizioni si accavallano.

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Le dimensioni del mio caos: Chaos Echoes, Chaos Moon, Chaos Invocation

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Patterns in Chaos, Kerrie Warren

Siete delle persone aride se non vi ha mai affascinato il concetto di caos. Tra l’altro leggendo in giro si scoprono tante cose. Tipo che <<la parola non aveva l’attuale connotazione di “disordine” che si ritrova nella parola d’uso comune “caos”, il termine greco antico “Chaos” viene reso come “Spazio beante”, “Spazio aperto”, “Voragine” dove indica, nella sua etimologia, “fesso, fenditura, burrone”, quindi simbolicamente “abisso” dove sono “tenebrosità, oscurità”>>. Grande Wikipedia, batti cinque! Siamo arrivati già al baratro metallico dei tre gruppi di cui vi voglio parlare oggi, che hanno il caos talmente dentro che ce l’hanno pure nel nome. Ok, non sarà prova di grande fantasia, direte voi, ma la compensano nella loro musica, credetemi. E scusatemi per la citazione fuorviante, è che questi qui il caos ce l’hanno grosso e nodoso.

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Goath – II: Opposition (Van Records) 2018

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Sulla carta si legge due dischi in due anni, tanto che altrove li hanno indicati nelle liste dei “best newcomers” del 2017, ma è della partita gente che sta in giro da quasi vent’anni come Seed of Hate/Total Hate. I Goath mi hanno comunque stupito. Le differenze con i gruppi di provenienza (e ci aggiungo anche i Deathronation) sono marcatissime e fanno pensare a uno stadio definitivo di un’ispirazione partita da lontano, lentamente, con del black metal gracchiante e basilare.

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Chi fa da sé… fa da sé #2: Antigone’s Fate, Vargrav, Elegiac, The Clearing Path, Cryptivore

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Nel segno di Paolo Bitta, unico vate e ispiratore di modi di dire lasciati a metà, mi appropinquo verso le uscite del 2018, ma ho ancora una caterva di roba molto meritevole da segnalarvi dagli scorsi mesi. I miei (nostri ormai) amici musicisti più o meno dichiaratamente sociopatici vanno avanti per la loro strada lastricata di intenti folli e imprese fuori dal comune e non potrei essere più felice, come lo sono oggi, di dar conto di alcuni di loro, che hanno reso l’inverno una stagione migliore e il panorama metal ancor più ricco.

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Splittini bellini #1: Lihhamon / I I, Paramnesia / Ultha, Barshasketh / Outre, Cultes des Ghoules / Sepulchral Zeal, Jute Gyte / Spectral Lore

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Sto rivalutando tantissimo questo formato, sapete? No, non il lupo. Lo split. E prende piede in me una triste considerazione: gli split più pubblicizzati, più diffusi e più acclamati di solito sono i più inutili. Ricordate quella roba imbarazzante tra Bulldozer e Death SS? Ecco, capite cosa intendo. Me ne sono già passati tra le mani alcuni, in autunno fu il tempo di BLSPHM e Sutekh Hexen, poi della combo cilena Wrathprayer e Force of Darkness. Bei ricordi! Ho deciso di raccogliere in un unico post gli altri splittini che mi hanno colpito molto e ovviamente sono fortemente consigliati.

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Tyakrah – Wintergedanken (Satanath Records) 2017

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Ah quanto mi è mancata Satanath! L’ultima scappatella con l’etichetta russa è stata per i colombiani Mouldered, astri nascenti del brutal vecchio stile, e in generale mi hanno regalato tante soddisfazioni in apertura del blog. In questo periodo sta sfornando poche uscite estreme e di mio interesse, devo ammetterlo. Ho dovuto spulciare un po’ prima di arrivare qui.

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