La Polonia è metallicamente autosufficiente come poche altre nazioni europee. Neanche il Portogallo, che mi ha reso un uomo migliore col suo black metal, lo è. Intendo dire che se per un cataclisma non meglio specificato tutti i gruppi metal dell’universo -eccetto quelli polacchi- smettessero di suonare, io stare bene lo stesso. Avrei comunque un sacco di roba da ascoltare fino alla fine dei miei giorni, che stimo prudentemente come molto, molto lontana. Per cui prendete questo post come una sorta di omaggio a quella terra, conosciuta principalmente per tre gruppi, uno per generazione. È una profonda ingiustizia ridurre tutto a Vader, Behemoth e Batushka, soprattutto perché almeno in studio i primi due sono messi oramai abbastanza male e gli ultimi sono ancora lontani dal dimostrare il clamore generato attorno a loro.
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Brutal Assault 2017 – La metarecensione (o la recensione a metà), quarto giorno
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L’ultimo giorno si apre all’insegna del turismo, con una passeggiatina attraverso Hradec Kralove e soprattutto con una puntatina ai bagni del centro commerciale nei pressi della stazione, in cui finalmente ritrovo me stesso. L’arrivo alla fortezza di Jaromer, giusto un’oretta dopo, nel primo pomeriggio, mi fa godere di qualche bocconcino niente male.