Il 2018 di Blog Thrower – la versione entusiasta di [F]

Questa non è una lista dei migliori album del 2018 perché credo che questo lavoretto, tanto morbosamente amato da chi scrive di musica, sia alquanto ingannevole. Meglio chiamare le cose col loro nome: i dischi che mi sono piaciuti di più. Punto. È opportuno inoltre sottolineare che se per qualcuno l’ascolto del metal è stato superficiale, molto probabilmente il “disco dell’annooooo!!!!!” sarà già quello dei Behemoth o dei Judas Priest. Ma va bene così. Questo per dirvi che non voglio darvi solo i nomi caldi, ma anche e soprattutto quelli che mi hanno accompagnato con grande profitto durante i dodici mesi appena trascorsi. Altrimenti la mia lista sarebbe piena di Aborted, Obliteration, Hate Eternal , ma anche Arkhtinn. Funeral Mist, Imperial Triumphant, Sargeist, Ungfell, Kriegsmachine, Ævangelist e Svartidauði. In sostanza: a che serve una carrellata di nomi che già sapete essere imperdibili (perché lo sono, c’è poco da fare), e che avete sicuramente letto già altrove? E poi, sapete, a me non piace fare classifiche.

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Intervista ai Formalist (doom, sludge, noise – Italia)

Formalist

Ragazzi, mi sono buttato. Ho ascoltato No One Will Shine Anymore e mi ci sono tuffato dentro, di pancia. Come non rimanere sfigurati dopo un disco del genere? I Formalist sono esordienti solo sulla carta perché in formazione hanno gente del calibro di Ferdinando dei Forgotten Tomb alla voce, Michele dei Viscera/// alla chitarra (il loro ultimo disco è tra le cose più belle uscite dall’Italia più estrema), Nicola e Riccardo dei Malasangre (rispettivamente basso e batteria). Li ringrazio per aver arricchito questo umile blog delle loro parole. [F]

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