Fetidi ectoplasmi fottimorte e putrescenti quaglie dagli occhi gialli: perché il 2019 è stato un anno meraviglioso

In questo periodo di feste e raccoglimento spirituale, nella chiusura del santo 2019, riprendo un concetto a me caro. Devo davvero dirvi io di ascoltare Blood Incantation, Devourment, Coffins, Hideous Divinity, Misery Index, Profanatica, Impiety, Teitanblood, Diocletian, Deiphago, Batushka, Mayhem, Darkened Nocturne Slaughtercult, Storm{O}, Wolfbrigade, Cult of Luna e Atlantean Kodex? Se eravate giunti su questa pagina per leggere di loro, ecco: lo avete appena fatto. Ma vi sentite davvero soddisfatti? In fondo questi sono nomi che nelle listone sono SEMPRE presenti. A ragione direi. Nel 2019 i gruppi appena citati hanno creato album bellissimi, ma – come già avrete intuito – non mi appassionano i discorsi sull’ovvio. Allora con sommo piacere mi accingo ripercorrere un anno pienissimo come quei deliziosi calamari nelle mani violente e decise di mia nonna. Non ci sono capolavori? Chissà, io dico sempre che lo scopriremo solo tra qualche anno. Ah il tutto è in ordine rigorosamente alfabetico: no alle classifiche!

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Intervista ai Devoid Of Thought

Alla lunga mi stancherò, già lo so. Un giorno, spero lontano, all’ennesima affermazione sconsolata sul death metal di oggi e sugli italiani che non sanno suonare, smetterò di interagire e chiuderò il discorso con un sonoro vaffanculo. Ma prima di allora, permettetemi di rinnovare le buone maniere e, con la cortesia che mi contraddistingue, vi faccio tuffare nel cosmo necrotico, contorto e affascinante dei Devoid Of Thought. Hanno pubblicato due demo e uno split da fuoriclasse e le mie aspettative per il loro futuro sono altissime. [F]

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Non è tempo di battute sulla ‘Nduja: le ultime bellezze metalliche dalla Calabria

Sapete che c’è? Mi sono rotto il cazzo di cercare, trovare e riportare scuse e giustificazioni. Avrei potuto benissimo evitare questo post con motivazioni tipo “ehhh la zona non è propizia” oppure “lì non va il metal”. Sarei tuttavia stato ingiusto verso alcuni esempi virtuosi che danno un senso alla Calabria dal punto di vista musicale. Sullo sfondo una miriade di gruppi di altra epoca. Vi cito velocemente gli Headcrasher (uno dei tanti nomi nostalgici degli anni Ottanta italiani) e gli Armagedon (non erano tanti i gruppi italiani a suonare così nel 1996). Inoltre, più vicini nel tempo e di cui non ho notizie da fin troppi anni, alcune figure importanti della mia crescita metallica: Amorphead, Land Of Hate, A Buried Existence, Acrylate e chissà quanti altri sto dimenticando. Ma questo non è un post nostalgico. D’altro canto avrei volentieri tirato fuori i Glacial Fear, loro sì che hanno sempre meritato tantissimo e sono stati piuttosto costanti. Mi concentro invece su una manciata di album usciti negli ultimi mesi/anni senza peccare in sensazionalismo fine a se stesso. Fate finta che ci siano anche i Minervium, destinati a belle cose, che hanno esordito non tanto tempo fa e ora pubblicano l’ep per Narcoleptica Productions. A proposito di Minervium, il loro batterista fa da trait d’union con la prima band della rassegna.

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Isra-hell: Aphotik, Ziggurat, Har, Mortuus Umbra

50-Ways-To-Count-On-Israel

Chi l’avrebbe mai detto? Sono arrivato addirittura a Israele. Non entro nel merito delle discussioni politiche, qui si fa risuonare il metallo, quello meno conosciuto e ispirato, quello che oramai Melechesh e Orphaned Land non fanno più. O non hanno mai fatto, a me hanno sempre portato noia. Anche nella “terra promessa” c’è roba che scotta. Ho fatto una cernita della roba uscita negli ultimi mesi, escludendo quella palesemente inadeguata o pessima, ed è rimasto ciò che state per leggere. Shalom!

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