Fingerfood #1 – Thulsa Doom, Majestic Mass, Apotemnophobia, Hagetisse, Antropofagus

La musica è il cibo dell’anima, dicono. E per chi un’anima non ce l’ha? Come la mettiamo? Io ho solo appetito, per dire. Perciò un taglio culinario al blog lo darei volentieri: cominciamo con un nuovo concept. Fingerfood è un termine in voga, che in certi ambienti hanno reso odioso, mentre in altri è sinonimo di vera e propria arte. Io lo reinterpreto come solo un porco selvaggio può fare, sempre in senso metaforico perché il suino le dita non le ha. A quanto ricordo, si parla di… piedini.
E insomma, non si tratta solo di bocconcini, ma di portate lampo per cui vale la pena leccarsi le dita (o i piedini). Anzi, persino spolparsele bene. Come nella mia prima vita blogghettara, cercherò di evitare le cose che reputo brutte o mediocri. Per il solito discorso secondo cui siamo di passaggio su questa landa desolata. Passaggio per giunta fugace. E perdere anche 3 minuti può essere un cazzo di problema. Se vi piace il format, sappiate che ho preso spunto da Extrema Ratio, che esce periodicamente su Aristocrazia Webzine, e da Bones, che era uno dei miei appuntamenti preferiti di Metallized.

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Intervista a Void (Feed Them Death, Bune, Rising Bear Flottilla, ex Antropofagus)

Quante volte ci siamo trovati davanti a soggetti che hanno solo lontanamente sfiorato la storia, con gruppi scarsissimi, e poi sono tornati in tempi recenti cercando di capitalizzare ingiustamente una sorta di status dovuto solo all’anzianità? Dire “io c’ero” non basta. Il musicista che ho intervistato, invece, c’era – e come se c’era! – nella seconda metà degli anni Novanta con gli Antropofagus. E non ha pensato neppure per un momento di vivere di nostalgia o furbi richiami a quel passato. Adesso c’è Feed Them Death, al secondo album e con tante idee, per giunta chiarissime. Panopticism: Belong / Be Lost esce ad aprile per I, Voidhanger Records e può essere acquistato in formato cd su questo sito. [F]

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