Stessa spiaggia, stesso mare. Stessa label, stessa carneficina. È un po’ la storia della vita dei Maze of Sothoth, cresciuti esponenzialmente con un album che definire cosigliatissimo a tutti, da 0 a 99 anni, è pure poco. Extirpated Light esce a sei anni abbondanti dal suo predecessore, sempre su Everlasting Spew Records. E chi si sarebbe aspettato un sodalizio così solido? Chissà se i ragazzi della band si sarebbero aspettati di essere così in forma dopo tutti questi anni da Soul Demise, ancora accompagnati dall’intelligenza strategica di Giorgio. Andiamo a scoprirlo con le parole di Fabio Marasco, chitarrista e leader dei Maze of Sothoth, e in piccola parte di Cristiano Marchesi, bassista e cantante. [F]
Come state, Maze of Sothoth? È bello risentirvi, un vostro secondo album è stato attesissimo tra gli amanti del death metal, nonostante i vari anni di silenzio. Vi rende orgogliosi questa cosa? Ciao Francesco, è un piacere sentirti e grazie per questa intervista, è sempre piacevole fare una chiacchierata prime dell’uscita di un album. Noi stiamo molto bene, e vivere l’impazienza dei fan nell’uscita del prossimo nostro lavoro ci rende particolarmente orgogliosi.
Fabio, io cerco di non farvi ripetere rispetto all’intervista che rilasciaste a Metalitalia nel 2017, indagando anche sul vostro passato. In quell’occasione hai detto che, al momento della nascita dei Maze of Sothoth, diversi tuoi progetti erano in stand by. Con che sentimenti quindi hai dato vita a questa oramai collaudata bestia di death metal? Eri spazientito per la situazione? Hai voluto una sorta di rivincita rispetto alle difficoltà della vita? La mia situazione in quel momento era una sorta di castrazione, il livello basso degli altri componenti della band in cui suonavo non mi permetteva di esprimere a pieno le mie idee.
Porti ancora qualcosa con te dei periodi in cui hai suonato con i Brutal Murder? Ecco, essendo questa la band in cui suonavo in precedenza credo che una risposta ci sia già!
Taluni riprendono nel primo album lungo i pezzi della loro primissima uscita. Voi no. Che rapporto avete con i brani di Guardian of the gate? Vi piacciono, ve li risuonare qualche volte o sono oramai il passato? Anche se lo stile e il songwriting sono decisamente cambiati, quei brani sono molto importanti per noi, è stato il nostro primo lavoro ufficiale e ne siamo molto soddisfatti, di quell EP facciamo ancora l’ultima traccia nei live, e l’abbiamo riproposta anche in Soul Demise.
Vi prendete tempo, tutto il tempo necessario per finire un brano e poi un album. Ma come fate a capire il momento giusto per dire stop, capire insomma quando una pagina è stata scritta e andare avanti? Non correte il rischio di scrivere e riscrivere, modificare all’infinito alcune parti? Ovviamente sì, la prima stesura di una canzone non potrà mai essere quella definitiva, ci sono continuamente revisioni, aggiunte, tagli. Capita magari di dedicare più tempo a un pezzo rispetto ad un altro, è abbastanza normale, in questo aiutano moltissimo le pre-produzioni! Ti danno l’effettiva idea di come suonerà il tuo brano.

In Italia, per Soul Demise, avete avuto recensioni ottime in cui sostanzialmente emergeva una comprensibile adorazione verso di voi. Avreste preferito ricevere qualche critica dai cosiddetti recensori, che so, qualche consiglio esterno per migliorare? O guardate sempre a voi stessi prima di tutto ed è da voi che deve partire la spinta per migliorarsi? Ovviamente i complimenti fanno sempre piacere e aiutano a darsi forza a continuare con questo progetto! D’altra parte, a volte recensioni con critiche costruttive possono sempre dare stimoli nuovi, anche se la spinta più grande arriva sempre da noi stessi.
Su Youtube invece ci sono due pareri di segno misto, nei commenti al primo singolo di Extirpated Light. Un tipo dice che la batteria suona in modo artificiale, un altro che rispetto ai primi lavori siete migliorati. Che ne pensate?
Sì, è incredibile questo commento quando nelle registrazioni di batteria abbiamo utilizzato una Soprano in acero e solamente Zildjian Z Custom, ormai introvabili come piatti. Abbiamo cercato di mantenere naturalità dalla registrazione. Ciononostante penso vada molto a gusti e la batteria a livello di mixing è stata anche adattata alle varie canzoni in modo da rendere per contesti diversi, spero chi ha commentato rivaluterà il lavoro ad album completo. Per chi ha notato un altro salto di qualità non possiamo che esserne fieri, perché è la nostra stessa opinione. Abbiamo fatto il massimo e oltre, per quello che il nostro budget poteva permetterci.
Quando avete iniziato a progettare il seguito di Soul Demise? Non vi è passato per la mente di fare, che so, un ep da pubblicare prima per spezzare l’attesa? Fare un EP può essere un ottima idea, ma dopo Soul Demise il nostro obiettivo è sempre stato quello di un nuovo full length, anche se ovviamente più laborioso e meno economico.
Nella nuova Blood Tribute interviene anche Luca degli Xpus. Come vi conoscete e che tipo di contributo è stato? Luca lo conosciamo da un eternità , è un amico di vecchia data, lui è il proprietario delle sale prove The Shield, è il nostro punto di riferimento quando facciamo le prove!
In Soul Demise c’erano alcuni intro/intermezzi niente male, credo fossero opera di Fabio. In Extirpated Light niente, nessun intro o intermezzi, l’obiettivo è quello di voler colpire subito.
Che differenze avete voluto rimarcare tra Soul Demise e Extirpated Light? Cosa ci può indicare che siete migliorati o comunque cambiati in questo nuovo album? Vi aspettate reazioni ancora più esaltanti? Nel nuovo lavoro è innegabile un cambiamento, in primis le canzoni sono state scritte a distanza. Dato che noi eravamo abituati a lavorarci insieme in sala prove, è stato il primo cambiamento importante.
La meravigliosa copertina di Nestor Avalos parla da sé. Se voi foste la figura al centro e i demoni laterali fossero i gruppi death metal che vi hanno influenzato/ossessionato/cambiato la vita, chi mettereste? Mah… credo Morbid Angel, Dying Fetus e Suffocation. Ce ne sarebbero altri, ma i demoni sono solo tre.
Avete ascoltato i Nothingness pubblicati proprio da Everlasting Spew? Condividono con voi un senso di libertà compositiva assoluta (forse loro vanno pure oltre il death metal in alcuni punti) Riteniamo sia apprezzabile che certi gruppi provino a varcare certe soglie, riescono a pieno a rappresentare il concetto di libertà compositiva.
Nell’intervista del 2017 a Metalitalia è emerso il vostro essere una band reale, vi immagino a trascorrere giorni interi in sala prove. La difficoltà dovuta al covid e alla distanza impostaci è stata decisiva nel far slittare in là la pubblicazione del disco nuovo? Dopo l’uscita di Soul Demise le cose sono un po’ cambiate, ci sono stati dei cambiamenti nella vita di alcuni membri della band che hanno portato a non seguire piu la “vecchia scuola”, ma comunque lavorando a distanza siamo andati avanti lo stesso, sicuramente se non ci fosse stato il covid Extirpated Light sarebbe uscito prima.
Che sensazioni vi comunica questa foto assieme a Thomas Calvi, ai Reprieve Studios? Un altro professionista con cui abbiamo avuto l’occasione di lavorare, che è riuscito a rendere questo disco un capolavoro in termini di acustica.

Sempre perché siete una band intesa in senso tradizionale, le eventuali incompatibilità caratteriali possono venir meno se dal punto di vista di feeling musicale c’è tanto magnetismo? Visto che la formazione pare solida da anni, penso che siate molto uniti. La nostra la possiamo definire una buona ricetta, chiunque ha il suo carattere, diciamo che riusciamo ad amalgamarci bene e lavorare bene insieme!
Per le registrazioni siete andati di nuovo dal fidato David Zampini di A Mano Armata Dischi. Per quali motivi lo ritenete sicuramente la vostra miglior scelta al momento? David è un vero professionista, lavora meticolosamente e siamo sempre stati soddisfatti delle registrazioni e del suo lavoro di editing! Conoscendolo da anni, il rapporto che abbiamo con lui è molto buono, ciò rende il lavoro insieme molto più semplice e scorrevole.
I migliori gruppi a tema Lovecraft che conoscete? Ci sono diverse band che apprezziamo che hanno pubblicato solamente un lavoro o poco altro, e non l’intera discografia, a tema Lovacraft. Tra queste ci sentiamo di nominare Unaussprechilichen Kulten, Morbid Angel, The Great Old Ones.
Nel 2017, sempre su Metalitalia, avete menzionato alcuni gruppi death metal italiani, ve li riporto: Antropofagus, Hour of Penance, Ade, Hideous Divinity, Warmblood, Grind Zero, Integral, Ad Nauseam, Helion. Credete che loro abbiano avuto più o meno fortuna di voi? Vi siete conosciuti (o avete litigato) con alcuni di questi? Oggi ne aggiungereste altri? Con alcuni siamo diventati anche più amici, con altri ci siamo persi di vista. Non credo si tratti di fortuna, ma si tratta di quanto una band riesca ad essere incisiva ed interessante con una release.

Fabio, sempre rispetto a band parallele, a mio avviso è stato clamoroso il tuo ingresso negli altrettanto clamorosi Beheaded. Come sta andando? Che differenze ci sono rispetto ai Maze of Sothoth? Con Beheaded va alla grande, stiamo lavorando al prossimo album e sono davvero orgoglioso di far parte di una band del loro calibro! Le differenze sono sostanziali perché loro sono in giro dal 1991, di conseguenza siamo conosciuti a livello globale! Ma ciò non vuol dire che sia una meta irraggiungibile.
Sempre nel 2017 avete svelato cosa eravate nella vita quotidiana: ingegneri, tecnici di laboratorio, operai, fidanzati. È cambiato qualcosa nel frattempo? No no, restiamo fedeli alle nostre miserabili vite.
Recentemente ho intervistato Andrea degli Inverted Matter che mi ha detto: “per noi suonare ha un costo a livelli di tempo e denaro (come tanti gruppi). Due di noi sono già figlio-muniti e con mogli che lavorano a turni che sappiamo anche una settimana prima qundi le priorità vengono date alla famiglia in primis. Una trasferta ci viene a costare un bel po’, se poi ci aggiungiamo che dobbiamo anche prenderci ferie allora a volte il gioco non vale la candela. Capisco che è un po’ spararsi nei coglioni, ma non ci paghiamo le rate del mutuo, benzina bollette e spesa con il death metal. E non puoi neanche pretendere di chiedere cifre assurde ai locali”. Che ne pensate? Pensiamo che non sia proprio così. Dipende sempre dove ci si pone, se si accetta di suonare in qualche locale sperduto a 300 km di distanza e si contano a malapena 10 ingressi è ovvio che si va a perdere perchè il locale non riesce a rimborsarti nemmeno la strada. Se invece la proposta è un festival o un locale di medie dimensioni, sicuramente si ottiene il giusto compenso.
Riprenderete a fare concerti, magari affidandovi a qualche agenzia di booking? Sui vostri social emerge che l’ultimo vostro live risale al 2019 o sbaglio? Che scaletta fareste, il nuovo album tutto d’un fiato? Esatto, l’ultimo live risale al 2019! Faremo sicuramente delle date per promuovere il disco, siamo in contatto con due agenzie di booking, gestite da due cari amici della zona, quindi vedremo cosa salterà fuori a breve di interessante. Sicuramente Extirpated Light non verrà suonato integralmente perchè vogliamo dare spazio ancora a brani di Soul Demise.
Un pensiero sulla politica dei prezzi del merch dei Gojira? Da sempre il costo del merch di certe band è elevato rispetto alla media, noi non ci sentiamo di giudicare questa scelta, sta comunque alla scelta di ognuno se acquistare o meno.
Ora mi rivolgo direttamente a Cristiano. Oltre ai Maze of Sothoth, sei stato anche nei Pinguini Tattici Nucleari, che ora fanno gli stadi. Nessun rimpianto nell’aver seguito la via del death metal? Nessun rimpianto, perché fondamentalmente il death metal non è stato assolutamente la causa di questa decisione, sono comunque molto contento di continuare a suonare e fare ciò che mi piace. Sicuramente proseguire per quella strada avrebbe influenzato anche la mia attività con tutte le altre band in cui suono.
Fa sorridere che nella precedente intervista a Metalitalia qualcuno di voi (giustamente) aspettava il nuovo Necrophagist. Lo aspetta ancora oggi? Sì sì… questione di giorni, non smettiamo mai di sperare!