Fingerfood #2 – Cryptic Brood, Book of Sand, Whore of Bethlehem, Extirpation, Epectase, Cherry Cordial

Pensavo fosse più immediato da realizzare, eppure anche Fingerfood richiede un certo impegno. Invece che uscire con rubriche raffazzonate, mi prendo il mio tempo. E pazienza se nel frattempo alcuni obiettivi escono addirittura con l’album intero (vedi Ripped To Shreds, Daeva, Faceless Burial, Vacuous, Bunker 66 e Lucifuge). A me interessano soprattutto quelli che noi over 30 chiamavamo “singoli”. In realtà sono solo anticipazioni del disco intero, perché noi vecchiacci vogliamo l’album, e non delle canzoni sparse. Ma andiamo a bomba sul primo gruppo.

Cryptic Brood – Caustic Fetid Vomit
I miei mangiacervelli preferiti spengono le prime dieci candeline nel 2023 e hanno pubblicato qualcosa quasi ogni anno. La grande eloquenza dei Cryptic Brood è confermata anche in questo periodo autunnale, con un 7″ che, per forza di cose, fa della brevità la sua forza. Caustic Fetid Vomit è l’equivalente di Sole Cuore Amore per il death metal, una tiepida doccia grumosa che si dipana su una traccia omonima, il cui videoclip è essenziale e divertente; sul lato B invece c’è Grave Of The Brood. Sono sempre stati dei “finti ignoranti”, perché la preparazione dietro alla loro ripugnante musica è ottima e questo dischettino, pubblicato il 30 settembre per Lycanthropic Chants, Bitter Loss Records, Burning Coffin Recs e Necrolatry Recs, è il giusto contorno per il nuovo Autopsy.

Dammi tre parole: Caustic Fetid Vomit… 💞🎶

Book of Sand – Soft Sun On Silent Water
Un giorno approfondirò in modo specifico Fiadh Productions, label carinissima gestita da Bariann Tuite Smith, che avrete già sentito se conoscete Broken Limbs Recordings, attiva fino a qualche anno fa. Le band pubblicate erano di tutto rispetto: Laster, Cara Neir, Caïna, Our place of worship is silence, Crowhurst, Wode, Atrament, e tante altre. Oggi Fiadh è in una dimensione molto più intima e la cura che c’è nelle proprie release è ammirevole al massimo. In particolare è imminente il nuovo album di Book of Sand, nome oramai noto del black metal antifascista e antirazzista. Circa una decina di full length dal 2010 ad oggi, con le idee più disparate: raw black metal, black metal atmosferico con percussioni sperimentali, folk e basta, ma anche forti innesti jazz o addirittura surf rock e dark. Il suo manifesto è Occult Anarchist Propaganda (eccone una lettura di Semirutatum Urbium Cadaverum). Ma attenzione anche allo strambo Postmodern Witchcraft, per rimanere sui lavori più recenti. Uhm la parola “recenti” è forse eccessiva: dal 2018 io non ho notizie di Book of Sand, quindi potremmo anche essere davanti a una rivoluzione nella sua carriera. Seven Candles For An Empty Altar esce a inizio novembre (per Fiadh e Vita Detestabilis) e il primo pezzo diffuso differisce da quanto già conosciuto. Soft Sun on Silent Water ha un sostrato nascosto di noise/elettronica, su cui è installato del black metal molto minimale, senza dimenticare anche sprazzi luminosi (c’è il sax!). Un approccio originale che mi ha ricordato anche quello di Otrebor / Botanist. Se comprate la cassetta, avrete anche dei semi di girasole che possono (direi devono) essere piantati. Piccoli gesti, grandi ideali. Complimenti!

Whore of Bethlehem – Pseudochrist
Un gruppo che mi ha sempre affascinato, gli Whore Of Bethlehem. Innanzitutto mi chiedo cosa è scattato nella loro testa nello scegliere il titolo di un album di quei caproni degli Archgoat per poi suonare un genere decisamente diverso e più… moderno. Ma poi davvero, ste domande cretine passano in secondo piano: il loro brutal death metal unito al black metal (e viceversa) funziona decisamente bene. Piccola nota curiosa: il primo album l’ha ristampato l’italiana Redefining Brutality Records, il secondo è oramai uscito nel 2017, quindi Pseudochrist è acqua nelle gole riarse dei fan della band texana. Gli ingredienti decisivi sono una grandissima preparazione strumentale, una complessiva agilità che tiene alto l’interesse e zero concessioni melodiche o a trend di vario tipo. Sono sempre loro. Il disco nuovo dovrebbe intitolarsi Ritual of Homicide ed è ancora in preparazione. Finora nessuna label è coinvolta.

Extirpation – Electrocution Strike
Come passa il tempo quando ci si diverte! Il bellissimo A Damnation’s Starway To The Altar Of Failure sembra uscito ieri, ma era il 2019 e in quell’occasione ho pure indagato. Da allora gli Extirpation hanno cambiato batterista, superato una pandemia, suonato con Blasphemy e Sadistic Intent, pubblicato la tape dell’oramai penltimo album per Redefining Darkness. Adesso è tempo di tornare a far scoppiare teste con la freschissima Electrocution Strike. Una certa vena melodica caratterizza il pezzo, dopo il troiaio di riff aguzzi del primo minuto e mezzo, in cui si fa un bagno nel sangue di Desaster e primi Necrodeath. Il tutto col marchio nero del Macabro Bunker, una produzione crudissima. The Endless Storm esce a fine novembre per Chaos Records e non può mancare nelle case di tutti gli italiani che credono nel metallo monello.

Epectase – Désillusion
Come ben sapete, io amo alla follia i Bedsore e quel tipo di death metal che ti prende allo stomaco e ti solletica con tratti schizofrenici e, perché no, visceralmente emotivi. Gli Epectase per certi versi sembrano (a me e non solo) essere quasi dei cugini black metal della band romana. Nel primo album questa componente era presente, ma non era così sviluppata. Ora i nuovi estratti disponibili portano il progetto francese su un nuovo, importante livello. Astres, del 2019, era ben più classico, nonostante delle impennate che impressionavano. Ci vuole pazienza per entrare nel mondo Epectase, alcuni passaggi non sono per nulla immediati, ma è un agrodolce elaborato lungo composizioni articolate che mi piace parecchio. V.I.T.R.I.O.L., Confusion, e soprattutto la mia preferita, Désillusion, rendono attesissimo il nuovo Nécrose, in uscita a fine novembre per Frozen Records.

Bonus track!
Cherry Cordial – Mr. Fieldmouse
Ho fatto una scoperta che mi ha riscaldato il cuore. All’interno del microgenere del comfy synth, esiste una ancor più sottile corrente a tema Redwall di cui Cherry Cordial penso sia l’unico esponente. Il suo autore, J., viene da Chicago e fa commuovere nel giro di pochi secondi. Del resto l’intera discografia, termine forse improprio, si ascolta in un quarto d’ora praticamente. Fiadh Productions ha in ballo una seconda stampa della compilation dei due demo su casetta rosa, contenente una ricetta vegana, tanto per rimarcare la mission della mini label che ultimamente tanto mi piace. Nel frattempo però, dopo qualche split e singolo, è anche il momento di ascoltare musica muova. La microcanzone, chiamata come uno dei personaggi secondari di Redwall, è un minuto e dodici secondi di epica dolcezza, come solo un grazioso topolino di campagna può essere. In un mondo di zucculoni, a volte è delizioso conoscere figure di basso profilo come Mr. Fieldmouse.

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