Se avete avuto il fegato di leggere il post di fine anno sui dischi che hanno caratterizzato il 2018 di Blog Thrower, vi siete imbattuti anche nei Noise Trail Immersion. Credo che col loro recente Symbology Of Shelter abbiano fatto un favoloso salto di qualità. Non ho notizie di individui, su questa terra, a cui non sia piaciuto. Ringrazio i ragazzi torinesi per la loro disponibilità nell’affrontare l’intervista in punta di fioretto, senza rimanere imbrigliati in schemi abusati e risposte da rockstar complessate. [F]
Partiamo, come al solito, dall’inizio. Noise Trail Immersion sono nati nel 2013. Oggi, con una discografia composta da tre uscite, come vi sentite? Ancora giovani di buone speranze, anche se le speranze si sono concretizzate in album tostissimi, oppure cominciate a pensare e ad agire da veterani? Vi immaginate tra vent’anni, quando direte ai vostri fan ancora minorenni “Ragazzi, nel 2018 era tutta un’altra storia”? Ahahah in verità ci sentiamo ancora giovani e un po’ inesperti e mi sa che tra vent’anni se andiamo avanti così finiremo a fare musica drone da eremiti in punta alle montagne, dove gli unici fan saranno le marmotte e il freddo.
Come avete potuto far uscire subito, a distanza di un anno circa, il vostro ep/album omonimo? C’era un certo affiatamento tra di voi precedente alla formazione ufficiale dei NTI? Per essere stati così lanciati verso il risultato, avete saltato la fase “ingenuità & cazzeggio” che di solito fa perdere un sacco di tempo ai gruppi, specialmente all’inizio della carriera? Alcuni di noi uscivano da un progetto precedente e da subito abbiamo voluto fare le cose “bene” nell’ambito del possibile visto che avevamo tutti massimo 20 anni all’epoca. Poi dopo qualche cambio di formazione abbiamo capito che la volontà comune fosse quella di spostarsi verso qualcosa di un po’ più particolare e da lì abbiamo pensato a nuove forme di casino musicale, tendenzialmente più oscure e nichiliste.
Inoltre, nello stesso anno, avete partecipato allo UK Tech- Metal Fest. Un evento spalmato su più giorni, pieno di gruppi, tra cui The Ocean headliner. Ancora una volta: come avete fatto? Confrontandomi spesso con eventi, qui in Italia, in cui il gruppo locale, con vent’anni di carriera, vive la sua più grande serata quando apre una data infrasettimanale di un gruppo estero… beh, mi viene da pensare: troppo bravi voi o troppo sfigati gli altri? Ovviamente abbiamo avuto la botta di culo, un nostro amico aveva linkato il nostro primo video a uno dei promoter e lui era impazzito inserendoci nella line-up. In effetti abbiamo esultato per settimane e ci sembrava di aver fatto qualcosa di incredibile, con noi quell’anno di italiani vi erano anche i Destrage e i Lies of Nazca. A proposito di date infrasettimanali in apertura a gruppi esteri: beh tocca a tutti farle quelle, ma talvolta spaccano pure come serate dai…
Eravate convinti di voi stessi sin dall’inizio, quando registravate i primi brani in studio? C’è stato un momento, tra il 2014 e il 2015, in cui avete pensato di poter andare oltre, di arrivare a sedervi idealmente accanto a gruppi pazzeschi come gli Storm{O}? Ma in verità non ci è mai importato troppo di andare a finire da nessuna parte, la bellezza della musica sta nel momento creativo e poi eventualmente nel riprodurla assieme a persone con cui stai bene, poco importa dove e come, del resto la maggior parte di noi impazzisce per gruppi che non si caga nessuno e che continuano a fare date infrasettimanali in apertura a gruppi esteri (potremmo usare l’acronimo DIAGE per identificare il fenomeno). Comunque bella per gli Storm{O} che son strafighi.
A questo proposito, come si è mossa la vostra etichetta e cosa vi sta spingendo ad avere fiducia in Sebastian? Se avete continuato con MoC vuol dire che vi siete trovati bene. Tra l’altro, credo che abbiano contribuito anche Shove Records e Drown Within, non gli ultimi arrivati in materia di musica bella. Ecco, i rapporti umani sono importati tra band e etichetta con cui lavorare? È una delle prime esperienze per noi con un’etichetta “seria” e quindi ci sembra quasi paradisiaco il fatto che tutto sembri andare a gonfie vele, si sono occupati della produzione di Cd, Vinile e della promozione e siamo veramente soddisfatti. Drown Within e Shove ci hanno aiutato nel release e sono due etichette che trattano musica veramente figa, si sbattono moltissimo per dar spazio ad artisti a cui in Italia non riusciamo a dare la dovuta attenzione e per questo a loro volta meriterebbero grande supporto.
Symbology of Shelter si può intendere come un’unica mostruosa traccia di quarantatré minuti. Vi siete portati avanti rispetto all’usuale upload del full album su Youtube o è un’ambizione che coltivavate da tempo? Credo che nella nostra idea di musica la condizione di inizio e fine di un brano ci stia un po’ stretta, è venuto naturale pensare le cose come un tutt’uno e anzi non abbiamo nulla contro le tracce kilometriche che si possono riscontrare in certi generi. Comunque a sto giro è andata così ma chissà, magari faremo anche tracce da 40 secondi in futuro con un approccio più grind, in sostanza facciamo un po’ come ci gira e da cosa riteniamo figo in quel momento.
Cosa collega Rapsodia Satanica, di cui avete usato un’inquadratura come copertina, al vostro nuovo album? È una mera questione estetica o c’è qualcosa di più profondo? È una mera questione estetica (e poi ci piace tagliare visi di donne su photoshop nei nostri artwork).
Come si coniuga la simbologia del rifugio, indicata dal titolo, con un album che musicalmente non lascia scampo per quanto è violento? In sostanza, di che rifugio parliamo? Tra le righe, si può arrivare a trovare qualche nicchia di intimità in questo disco? Assolutamente sì, per quanto ci sforziamo i testi non riusciamo a basarli su altro che la ricerca angosciante della verità ultima e su come la nostra natura ci porti a schermarci da questa attraverso svariate concezioni e comportamenti.
Copertina e videoclip di Carlo Andrea Ferraro, produzione ai Fusix Studios di Andrea Fusini: fino ad ora avete lavorato solo con loro. Hanno avuto un impatto notevole sul risultato finale o si è trattato di un lavoro di lima, hanno raffinato le vostre idee? Ci sono state differenze nel loro approccio rispetto al passato? Siamo sempre andati da Andrea Fusini in quanto estimatori dell’impeccabilità dei suoi lavori, e quindi abbiamo sempre pensato fosse il migliore per dare ordine al nostro disordine. Con Carlo siamo molto amici e riesce continuamente ad azzeccare il mood che vogliamo dare ai nostri prodotti. Sicuramente entrambi veramente validi nel loro lavoro.
Si è fatta avanti una componente di dissonante (mi sono venuti in mente Gorguts, Dodecahedron, Ulsect, ma anche quel miracolo italiano chiamato The Clearing Path) che ha fatto quadrare il cerchio, rendendo l’album pressoché inattaccabile, dal mio punto di vista. Si tratta di un processo graduale, nel corso degli album, in cui vi siete pian piano convinti di questa modifica da apportare o è stata una spinta recente? Le dissonanze ci son sempre piaciute e si riscontrano in tutte le band da cui abbiamo tratto ispirazione sin da subito, anche nel periodo mathcore iniziale. In effetti potremmo dire che almeno nelle band che abbiamo sempre amato la dissonanza sia un filo conduttore onnipresente, anche se in generi molto diversi (dapprima coi War From a Harlots Mouth fino a raggiungere Outre, Portal o Flourishing)
Dopo tutto questo lavoro, riuscite a trovare dei punti di particolare pregio o dei difettucci che ancora vi danno tormento? In genere rimuginate sulle canzoni anche dopo la pubblicazione? Assolutamente sì e son stati frutto di qualche discussione, quindi magari censuriamo la risposta e diciamo che comunque siamo tutti soddisfattissimi del risultato, purtroppo alcuni di noi sono affetti da manie paranoidi che li porterebbero a modificare compulsivamente la composizione e la struttura delle canzoni, poi come per tutti gli ambiti umani ci si cerca di venire incontro pacificamente.
Se più di qualcuno vi dicesse che Symbology Of Shelter è di una pesantezza insostenibile, inteso in senso negativo, come reagireste? Sareste spinti a cambiare direzione nella prossima uscita? Sarebbe comunque difficile dargli torto, la nostra natura pare sia solo direzionarci verso il solipsismo musicale quindi non esistono di questi problemi.
Per quanto mi riguarda, la seconda metà dell’album, da Acrimonious in poi, mi lascia esanime ogni volta. Non so come avete fatto a comporre l’assurda traccia che dà il titolo al disco. È pazzesca! Rimanete tramortiti sul palco o in sala prove ogni volta che la suonate? Siam felici che ti piaccia ma nessuno la sa suonare e non credo la suoneremo mai.
Coooosa? Spiegatevi meglio, mi avete lasciato a bocca aperta! Dopo aver composto la traccia Symbology of Shelter, l’abbiamo imparata a suonare solo per registrarla in studio, dopodiché la abbiamo abbandonata e mai più ripresa. In generale, tendiamo a comporre tutto in un primo momento e solo successivamente impariamo a suonare ciò che è stato scritto. Il finale schizofrenico di SoS, in particolare, è stato ideato a tavolino, ma composto concretamente solo in studio.
Alla luce del nuovo disco, con una maturità impressionante raggiunta in pieno, siete ancora alla ricerca dell’originalità? Difficile a dirsi, essere originali crediamo sia la base di un buon lavoro, ma a certi livelli è un qualcosa che può anche far strabordare il vaso quindi bisogna capire anche lì quale sia il giusto compromesso ogni volta.
In calce allo streaming Youtube di Symbology of Shelter è apparso un commento del tipo “DSKNT with A normie Metal Core Guy”. Cosa ne pensate? Egli odia il nostro swag, peccato.
Avete adottato prezzi abbastanza popolari per la vostra musica digitale (9 euro per avere tutti e tre gli album). Qual è la vostra posizione sul tema dei formati musicali? Un mp3 vale davvero molto meno di un disco? Alcuni di noi sono dei collezionisti compulsivi di dischi quindi tendenzialmente risponderemmo di sì, forse è meglio preservare la bellezza di avere un qualcosa tra le mani quando si tratta di musica.
Secondo voi qual è la percezione del metal italiano all’estero? Io mi sono trovato spiazzato dall’introduzione alla vostra intervista di Indie Metal Vault, in cui è scritto “Aside from perhaps Nero di Marte, I can’t name very many innovative metal bands from Italy. Hell… for that matter, I can’t name very many Italian metal bands at all“. Quindi siamo uno staterello, una goccia nell’oceano del metal mondiale? Sì, siamo visti come dei coglioni e in effetti un po’ lo siamo, ma cazzo di band fighe ce ne sono e dovremmo provare a valorizzarle. In merito a questo invece è stato topico il post di fb di Micheal Berberian (capo di Season of Mist) di qualche anno fa dove scriveva proprio che tra tutti i paesi da cui gli arrivano demo l’Italia è senza dubbi quello dove esse fan più schifo e che siamo un popolo senza speranze, solo il povero Paolo Girardi cercava di difenderci in quel post.
Sempre nella stessa intervista, affermate che l’elemento umano è importante per voi e di conseguenza nei videoclip e nelle copertine ci sono figure umane. È un caso quindi che in un paio di video live vi si veda dare non di rado le spalle al pubblico? Come si conciliano queste due caratteristiche? Perdete “umanità” dal vivo? Portare live questa musica per noi è un po’ come voler ricreare un rituale, un qualcosa che fai in primis per te stesso ed è quindi ininfluente se tu abbia 200 persone davanti oppure solo il barista e il fonico. Comunque tendenzialmente abbiamo solo il barista e il fonico.
La scorsa estate siete arrivati fino in Abruzzo, aprendo l’ultima giornata di un Frantic Fest con coraggiose scelte musicali. Come è andata? Gli eventi italiani sono davvero indietro rispetto a quelli delle altre nazioni europee? Da terrone vi chiedo: geograficamente scendereste ancora più in basso? Scendere ancora più in basso sarebbe sicuramente un piacere. Riguardo al festival… beh è stato incredibile. Organizzare un evento simile in Italia è stato un vero atto di coraggio e credo che abbia dato i suoi frutti, per il resto sì, siamo assolutamente indietro come su tutto.
Perché Metal Archives non vi vuole? Chi di voi, ogni mattina, si sveglia col cuscino intriso di lacrime per questo gran rifiuto? Anche lui non ha capito il nostro swag, detto ciò è un sito che ci piace molto!
Forse non vi vogliono perché dalle vostre foto in circolazione, il tasso di truemetallitudine è molto basso (ad esempio solo uno di voi ha i capelli lunghi, eresia!). Immagino che, con complesse argomentazioni e con argute parole, alcune cime di rara intelligenza vi abbiano talvolta etichettato come hipster. Vi tange questo tipo di “critica”? Cos’è per voi un hipster? Boh in effetti siamo persone normalissime e nessuno di noi adotta un look da metallaro anche se viviamo ascoltando e cibandoci in larghissima parte di musica metal. Dici che salta così all’occhio che siamo untrue? Comunque poco importa il recinto stilistico nel cui potremmo essere identificati, direi che per la maggioranza di noi il fine ultimo dell’estetica è, come nella maggior parte dei casi nella nostra società e cultura, il raggiungimento dei gusti del più largo bacino di utenza femminile possibile.
Vi hanno riservato parole dolci, di stima e affetto anche su Metalitalia. Su quel sito circolano dei bei casi umani nei commenti (rammento ad esempio gli insulti a Gabriele Gramaglia di Summit/The Clearing Path, oramai cancellati), e anche voi ne avete avuto un assaggio. Ad esempio si legge questo: “Ormai, che si voglia o no, ci si ritrova sta band ad aprire a qualunque concerto minimamente importante a Torino. Senza volerlo li ho già visti 4 volte. E non una volta che mi abbiano minimamente preso, anzi l’ultima volta (prima dei Destrage) è stata dura non uscire dal locale per i volumi assurdi che avevano e per lo strazio musicale che producevano. Probabilmente avranno pagato anche per questa intervista e per farsi promuovere su sto sito. Inascoltabili e noiosi“. Perché tutto ciò? Pagate per suonare? Pagate per avere le interviste? Fatemi capire. Quel commento è rimasto nei nostri cuori tanto da diventare un tormentone, tutto ciò che il ragazzo ha scritto è vero e non ci sentiamo di contraddirlo, ad eccezione dell’aver comprato l’intervista. E stato curioso come “attacco” perchè di solito non ne riceviamo in quanto sconosciuti e ci ha fatto piacere sentire cosa provano gli artisti dotati di “haters”, comunque in sede live non siamo granché, quindi capisco benissimo non abbia gradito la performance, anche noi ci annoiamo a suonarla talvolta.
Visto che suonate spesso dal vivo, tanto da essere cordialmente amati, come dimostra il commento precedente, vi pongo una domanda che faccio spesso nelle mie interviste. Quando vi fanno una proposta per un live, quali sono le condizioni che vi fanno subito accettare e quali invece vi fanno cadere le braccia? Non suoniamo tantissimo dal vivo in verità, in passato molto di più e poi non sappiamo cosa sia successo, la “scena” è andata un po’ a perdersi e noi abbiamo camabito un po’ genere. Comunque in sostanza noi non abbiamo nessuna pretesa per i live, anzi preferiamo posti piccoli e angusti che i grandi palchi. Suonare per terra è molto più divertente.
Cosa hanno insegnato i Dillinger Escape Plan (o in generale i grandi gruppi che adesso non ci sono più) a noi ascoltatori e a voi musicisti del presente e del futuro? Che chi ama solo le melodie non tiene conto che la musica altro non è che un tipo di rumore.
Neppure una domanda sulle chitarre a otto corde? Ebbene, eccola. Vorrei solo chiedervi se per questa caratteristica siete erroneamente avvicinati ai Meshuggah o ai gruppi djent e se questo è stato un motivo di curiosità, che ha portato nuovi fan, oppure ha tenuto alla larga i metallari vecchio stampo. Costantemente, ed è solo motivo di miseria in quanto il djent è un genere che molti di noi sono sull’orlo del detestarlo o lo stimano tanto quanto la baciata e la polka.
Sareste pronti ad un avvenimento del genere? Come reagireste? Se siamo finiti a fare sta musica è perché abbiamo una sessualità spenta e annoiata. Troviamo il sesso una pratica scomoda, ridicola, dove il piacere dura poco, molto meglio l’ascesi spirituale. Ovviamente si scherza (ma nemmeno troppo).
Quando partite con gli Onryo e i The Secret a raccogliere margheritine in giro per il mondo? Cioè, con tour con loro per me sarebbe un sogno. Aspettate che gli Onryo finiscano il nuovo album, magari? Uccideremmo i nostri cari pur di girare con una line up simile, sarebbe meraviglioso a dir poco.
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