Paesi Bassi, profilo basso: tocchi di black metal neerlandese – Smoke & co.

I Paesi Bassi sono un posto tanto piccolo quanto brulicante di vita metallica, tanto che non posso fare il solito pippone introduttivo che uso per il Portogallo. Nel death metal ci sono pesi massimi che hanno fatto la storia (Asphyx, Gorefest), sebbene oggi alcuni di loro siano molto spompati (Pestilence, Sinister). Teniamo conto inoltre di gruppi molto più famosi e conosciuti in ogni angolo del globo, come The Gathering, Ayreon, Epica, Within Temptation e After Forever. Lo so, su queste pagine i nomi appena citati equivalgono a delle invocazioni della Madonna di Lourdes. Volevo solo dirvi che è in qualche modo comprensibile, per il consumatore occasionale di metallo, fermarsi alla superficie. Andando oltre, se si pensa al black metal, di getto viene da pensare a due esempi: gli Urfaust e i Carach Angren. Anche qui non c’è molto da dire: è singolare come si riesca a racchiudere in un solo genere i primi, che mi hanno cambiato la vita con quel capolavoro di Geist Ist Teufel quando ero molto più giovane di adesso e poi hanno continuato a macinare dischi quasi sempre meritevoli di lode; e i secondi, un fenomeno dalla personalità non certo vistosa, ma che ha raggiunto una popolarità a mio avviso incredibile e a tratti ingiustificata. In ogni caso siamo ancora, come in ogni altro esempio fatto fino ad ora, nel pieno del mainstream della musica metal. Quello che leggerete di qui in avanti risponderà all’interrogativo su cosa ci sia sotto, dietro, in un’altra dimensione, eppure in parallelo rispetto ai nomi luccicanti. Ah non ho dimenticato quel genio pazzoide di Mories (Gnaw Their Tongues). Lui è di un’altra categoria e bisogna avere praticamente tutto quello che ha pubblicato. Ringrazio G.E./Heliogabalus della Xenoglossy Productions (oltre che musicante in Thecodontion, Perpetuum Mobile e Batrakos), già graditissimo ospite qui, per avermi fatto vedere la luce e per avermi fornito alcune uscite davvero introvabili.

Il fumo nuoce gravemente alla salute: Smoke

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Per ovviare alla difficoltà di reperire il materiale black olandese, dovrebbero tutti fare come gli Smoke, che all’inizio del 2018 hanno messo tutto sul loro Bandcamp. Dopo un inizio un po’ claudicante, K. Ravko e M. Nevelgeest sono cascati sempre in piedi. Avete presente i Nornahetta? C’è in comune la capacità di non perdersi mai in passaggi confusi, nonostante il nucleo della propria musica sia l’improvvisazione. Tante registrazioni, se ci fate caso, sono avvenute in una sola giornata. Nel loro primo periodo la cosa migliore è Haze.

In seguito il duo di Veeneendaal, provincia di Utrecht, ha preso il volo, se così si può definire un contratto con Legion Blotan Records, tramite il quale due lavori sono stati pubblicati con tiratura di ben trecento copie. Non è sempre un marasma inafferrabile, anzi, per quel che mi riguarda, non siamo nell’area del raw black metal propriamente detto. Considerate Sermoonen Van Den Sondaer, in particolare la terza, la quarta e la settima parte: è proprio melodia, eh già!

In quegli anni, K. Ravko, ha fondato The Throat, di cui leggerete molto spesso in questo viaggio nei Paesi Bassi, e sia Ralvurahvavuimago che Per Salvatio in Barathrum sono usciti per questa label. Benché tutta la roba appena citata sia talvolta di grande valore, col senno di poi appare un po’ troppo irruenta e giovanile rispetto all’atmosfera matura e densa di Hat Laatse Oordeel, stampato in vinile dalla Prison Tatt della buon’anima di Wm Berger.

Ma il vero lavoro della madonna, l’album definitivo, è uscito solo nel 2018 dopo un silenzio che per gli Smoke durava da cinque anni: Hier Naermaels, improvvisato e registrato il 31 luglio scorso, è ancora diverso da tutto quello che lo ha preceduto, con delle sfumature che mai avrei immaginato. Ve lo consiglio con tutto il cuore nella versione in cassetta pubblicata ad ottobre da The Throat. Tutti i proventi della vendita sono destinati a due organizzazioni meritevoli come Hersenstichting e National Stroke Association.


I contorni del fumo: Grift, Mehemeloth, Tsantsa, Vuimago, Vreemdeling

Se le cose pubblicate dagli Smoke in una decina d’anni di carriera vi sembrano tante, tenete a mente il già citato impegno di Km Ravko con The Throat e una serie di gruppi meno produttivi, ma che ci hanno regalato diverse cosine interessanti. Ad esempio i più classici Grift, con puntine di dissonanza qua e là, in cui Nevelgeest ha suonato la chitarra (un unico EP per loro, Twisted Paradigm Of Light nel lontano 2011).

Rimanendo in tema di progetti di Nevelgeest, sempre in quel periodo sono stati attivi i Mehemeloth, in cui lui e altri due individui hanno pubblicato alcune cose di vario interesse. Sapevano giocare bene col noise, infatti le cose migliori sono proprio quelle in cui il black metal era intriso nell’acido. Non uso termini più forti perché tutto sommato hanno mantenuto una certa dignità sia nella produzione che nell’atto pratico del suonare. Evito di farvi nomi di pubblicazioni particolari perché la loro discografia (due EP e uno split) è raccolta in una compilation sul loro Bandcamp che si può scaricare anche gratis.

Il flusso di coscienza che state leggendo mi consente di indicarvi il bassista e il batterista dei Grift, di aggiungere a loro un altro tizio (ignoto) e di dirvi che sempre in quegli anni hanno fatto uscire un bel lavoretto a nome Tsantsa. Sì, ok, hanno assunto anche nomi di scena ridicoli. Tuttavia Commencement of Loathsome Festivities (The Throat) un ascolto lo merita.

Torniamo ai due membri degli Smoke. Come ho scritto prima, c’è stato un periodo in cui non hanno fatto uscire nulla sotto quel nome. Tuttavia nel 2014 hanno pubblicato un altro lavoro, registrato un’unica take a inizio 2011. Mi riferisco ai Vuimago e al loro Vurahva. Anche questo totalmente improvvisato, ma con diverse divergenze rispetto alla band madre in termini di strutture e di “aria che tira”, qui più solenni. Quando leggo certe recensioni del cazzo si tratta al 99% di qualcosa da avere. E questo caso non fa eccezione: mi riprometto di comprare appena possibile la tape di Vurahva, la numero uno di Nebula Carcoma, perché è un’esperienza asfissiante e totalizzante.

K. Ravko ha anche una one man band, Vreemdeling La demo non mi fa impazzire, sembra un tentativo incompiuto, mentre lo split è infinitamente più riuscito. Oltre ad avere una copertina trve kvlt 666 come piace a me.

Infine per completezza vorrei accennare alle comparsate di Ravko, principalmente come cantante, in alcune band della combriccola bosniaca del Black Plague Circle. Deathcircle, Cave Ritual e Void Prayer hanno pubblicato una manciata di cassette per The Throat. A me garbano soprattutto i primi, ma il loro stile è abbastanza diverso da quello “olandese”, rischierei di divagare troppo e di non essere abbastanza preciso. [F]

Continua…

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