Intervista ai Krigere Wolf (black metal, Italia)

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La storia è semplice. Mi sono imbattuto in un gruppo, me ne sono innamorato e ho iniziato a pensare. Il cervello si era sovraccaricato, affaticato e infine collassato. Per quale motivo? Per la ragione che tiene in piedi Blog Thrower e tanti altri spazi virtuali (li potete leggere in calce alla pagina), al netto di notizie di gossip e Airommeiden. In sostanza mi sono chiesto come mai i Krigere Wolf fossero così sottovalutati, perché secondo me si tratta di uno dei migliori gruppi partoriti dalla Sicilia negli ultimi anni. Fate voi, a me le parole di Riccardo Costantino, cervello della band, sono piaciute tanto e sono orgoglioso di averlo ospitato qui, nonostante l’amarezza che man mano emerge andando avanti con la lettura. [F]

Riccardo, spiegami innanzitutto cosa vuol dire Krigere Wolf e come è nata la band nel lontano 2009. Quali sogni avevi nel cassetto all’epoca? Corrispondono a quelli che ancora coltivi? Ciao F., intanto ti ringrazio per lo spazio che ci stai concedendo sul tuo blog attraverso questa intervista. I Krigere Wolf, come dicevi poc’anzi, sono nati alla fine del 2009. L’intento fu quello di creare, in quanto amante del vecchio Heavy Metal ’70-’80, una band dal calibro estremo, ma con venature di carattere epico. Difatti il primo full length The Ancient Culture To Kill, non è altro che heavy metal estremizzato, facendo riferimento inoltre al vecchio thrash. All’inizio, la band era formata solamente da me e Joe Cantagallo; avevamo in mente di suonare senza preoccuparci tanto di apparire dal vivo e quindi concentrare il tutto solamente in studio. Diciamo che i sogni che avevo nel cassetto si sono realizzati in parte, nel senso che, se da un lato la band è andata avanti anche dal punto di vista live, oltre che studio, avrei desiderato mantenere sempre una stessa line up, ma purtroppo sappiamo benissimo che è molto difficile. Al momento sono molto soddisfatto dell’attuale formazione dei K.W.

Cosa è avvenuto nei tre anni che separano la fondazione dal primo disco? Assestamenti, eventi non rilevanti, litigi, scazzi… oppure semplicemente non è successo assolutamente nulla? Come detto prima, purtroppo, la line up ha subito diversi cambiamenti; l’unico membro originale rimasto sono io. Sono una persona abbastanza pignola, in primis per quanto riguarda il lato comportamentale di una persona, poiché preferisco avere a che fare con musicisti non virtuosissimi, ma che abbiano una vera attitudine per il genere e soprattutto il rispetto per i “colleghi”. È chiaro che ovviamente la mia necessità è anche quella di avere nella band gente valida professionalmente. Da quasi 10 anni a questa parte ho avuto a che fare con moltissimi musicisti e vuoi o non vuoi qualche problema si è verificato; incomprensioni, malcontenti, periodi belli e periodi neri, un po’ come una vita di coppia.

Io però di The Ancient Culture To Kill, il vostro esordio, non so assolutamente nulla. Puoi descrivermelo? Un paio di pezzi sono su Youtube, null’altro. Tra l’altro la formazione che ti accompagna è molto singolare poiché è composta da musicisti che avrebbero lasciato Krigere Wolf dopo pochissimo tempo. Diciamo che il primo full length, nonostante i pezzi siano mastini, epici, e ben strutturati, anche se un po’ “dispersivi” nel complesso, non ti nego che se potessi lo risuonerei e registrerei tutto da capo, affidando soprattutto tutto ciò che concerne il lato “tecnico” (mix e master) a qualcuno più competente. Ciò non significa che non sono affezionato a quel lavoro, anzi, fa parte dell’inizio di un percorso che mi ha fatto crescere parecchio musicalmente e mi ha fatto entrare all’interno di un mondo di cui oggi non posso farne a meno. The Ancient Culture To Kill è una battaglia vichinga in tutti i sensi. Già la copertina riassume il tutto. Dopo l’uscita di questo lavoro, la line up è cambiata immediatamente, per quel motivo a cui facevo riferimento prima; qualcuno ha mollato per una scelta propria, altri invece mi hanno costretto ad allontanarli, a causa di alcuni comportamenti che non ritenevo professionali, in quanto il mio obiettivo stava nel crescere e maturare sempre di più.

Come mai questa sorta di disinteresse per questo periodo? Non è uscito come volevate e avete cercato di passare subito oltre, questo traspare. Non è il caso di una ristampa o al massimo di renderlo disponibile in free download? Non è un disinteresse, bensì ritengo che i lavori che vengono dopo questo full length siano i VERI Krigere Wolf, a partire dal singolo Victory of Satan’s Warriors, in cui, seppur ancora molto grezzi, si nota la netta differenza di genere, e si capisce benissimo dove vogliamo andare a parare. Ripeto, ristamparlo non avrebbe senso, forse avrebbe più senso ri-arrangiarlo, ri-registrarlo e ri-mixarlo. Sicuramente si troverà qualcosa in free download, ne sono convinto.

Quando vi ha notato Fallen Angel Productions? Vi siete sentiti onorati di ricevere attenzione da un’etichetta coreana? Cioè, a me esalta tantissimo quando il mondo si dimostri piccolissimo: Catania – Corea del Sud (e poi vedremo anche Giappone), un asse che negli anni si è dimostrato solidissimo! Ma agli inizi cosa avete pensato? Forse eravate un po’ diffidenti? Fallen Angels Productions è stata una rivelazione molto importante per me. Diciamo che quando siamo entrati in contatto con l’etichetta, quest’ultima era ancora agli inizi. Adesso, dopo parecchi anni, ha fatto davvero grandi salti di qualità. Devo dire che anche a me entusiasma avere una label che non sia italiana ma che si trovi dall’altra parte del mondo e che diffonda il nome della band anche da quelle parti. Inoltre, è notevole la professionalità con il quale lavora e ringrazierò all’infinito la F.A.P. per il grande lavoro che svolge e la fiducia che ci dà. La diffidenza è chiaro che ce l’hai, quando conosci qualcuno per la prima volta e devi collaborarci professionalmente, soprattutto a distanza. Ma non appena ho capito la professionalità con cui la label lavora, non ho avuto alcun dubbio a riguardo e sono molto soddisfatto di collaborarci ancora oggi.

Il secondo disco, Sacrifice To Valaskjàlf, è appunto uscito per Fallen Angel nel 2014. I riferimenti alla mitologia nordeuropea sono ancora più evidenti e questo mi incuriosisce molto: cosa ha portato un gruppo catanese a interessarsi e a insistere così in profondità su tematiche geograficamente così distanti? Siete in molti a fare questa domanda; semplicemente perché sono un amante della mitologia nordica, e soprattutto perché, in quanto siciliano, mi sento in dovere di ricordare che la Sicilia fu conquistata dai Normanni e lo testimonia tutta l’architettura che va a partire dal 1060 al 1200 (circa), a Palermo, Catania (la mia città), Mazara del Vallo, Messina ecc. Ma a parte questo lato “artistico”, amo un po tutte le culture del mondo, infatti molti testi più attuali dei Krigere Wolf, fanno riferimento alle profezie Maya, o al culto del sole, o a riti sacrificali che gli antichi popoli svolgevano in onore degli dei, ecc.

La formazione di Sacrifice… era composta da te e da Francesco Bauso, con due session alla batteria e alla chitarra solista che hanno avuto molta libertà di movimento: Riccardo Grechi (Across the Swarm) e Azmeroth (Heretical). Come mai poi non sono entrati a tutti gli effetti nei Krigere Wolf? Azmeroth, gran musicista, si è reso disponibile come turnista anche live; il nostro “accordo” era di partecipare come chitarrista solista session nel disco ed eventualmente fare anche qualche concerto insieme. E così è stato. Riccardo Grechi l’ho contattato in quanto lo conoscevo già; tutto ad un tratto siamo rimasti senza batterista. Salvatore M. Testa, all’epoca batterista dei Krigere Wolf, ha purtroppo dovuto mollare per problemi familiari e quindi ci siamo ritrovati scoperti dietro le pelli. Per cui ho contattato Riccardo, che aveva già partecipato in un mini CD dei Deathwork (altra band in cui suonavo), dimostrando la sua ottima tecnica e da li è nata questa collaborazione. Chiaramente la distanza, poiché lui vive a Bologna ed io a Catania, non ha consentito che continuassimo questa collaborazione. Un saluto sia ad Azmeroth che a Riccardo!

Giusto un anno dopo i Krigere Wolf sono diventati brevemente un progetto solista… o in fondo lo sono sempre stati, sotto mentite spoglie? Nel singolare split -licenziato sempre da Fallen Angel- intitolato The Beginning Of The End ci sono gruppi dall’estrazione molto varia: i portoghesi Antiquus Scriptum che escono ora per Wolfmond, il duo bulgaro-francese Notre Amertume, gli austriaci Waldschrat che invece sono accasati presso Talheim Records. Facciamo un po’ di ordine: quali brani hai scelto per quest’uscita e come sei rimasto coinvolto? In questo split, in realtà, da principio, dovevano partecipare anche F. Bauso, ed un altro chitarrista, Gianni Cavallaro. Entrambi hanno lasciato la band poco prima di registrare: il primo per una questione “attitudinale”, tant’è che dopo questa vicenda abbiamo completamente perso i contatti, il secondo perché probabilmente non si sentiva ancora pronto per entrare in studio, nonostante a mio parere fosse un gran musicista. Ecco che mi sono ritrovato, volutamente, a suonare tutto da solo. I brani sono tre: War’s Ancestral Prophecies, Come to Die With Us (composta da Gianni Cavallaro) e Supreme Energy of the Universe (brano che faceva parte di un altro progetto che avevo con Gianni, mai andato a buon fine).

Questo split è uno dei pochi casi della tua carriera in cui per mixaggio e mastering non ti sei rivolto a Magnus “Devo” Andersson (che oltre ad essere un grosso produttore è anche il bassista dei Marduk, per chi non bazzicasse questo ambiente). Come ci si sente ad avere dischi che sono passati per le sue mani? Magnus Devo Andersson ha collaborato con noi successivamente (Sacrifice to Valaskjàlf, in cui si è occupato solo del mastering finale, Infinite Cosmic Evocation e l’ultimo nostro lavoro, lo split con i Sabbat E.C.A. (Extermination Cult Alliance). Lo split di cui parliamo è stato mixato e masterizzato in terra nostra da G. Strano a Giarre (Catania). Beh ti rispondo comunque alla domanda riguardo a Devo. È un vero professionista nel settore e nel genere. È chiaramente una notevole soddisfazione leggere il suo nome in un disco in cui ho suonato e soprattutto ho sempre affidato a lui il lavoro ad occhi chiusi.

Nel 2016 è già tempo di un nuovo full length, ancora una volta sotto Fallen Angel, intitolato Infinite Cosmic Evocation. È un titolo molto alla Inquisition, tra parentesi. A questo punto ti chiedo: sembra che tu abbia molta facilità nel creare canzoni, come fai? Ne scrivi un po’ per volta o hai un tesoretto a cui attingi periodicamente? Semplicemente quando sono in procinto di rilasciare un nuovo album cerco, in base a ciò che suscita la mia musica, di trovare la massima ispirazione scrivendo testi in chiave metaforica. Non è semplice trasmettere ciò che la mente contiene, per cui quando mi trovo in fase compositiva cerco sempre di rifugiarmi dentro me stesso, meditando nella massima solitudine.

Mi spieghi la copertina di Infinite…? È a dir poco misteriosa! Il dipinto originale dalla quale è stata presa la copertina in realtà rappresenta una bocca marcia, coi denti e le labbra sanguinanti. Poi è stato creato un effetto grafico attraverso il quale ho voluto simboleggiare, tramite le macchie che si vedevano, il cosmo e il caos.

Tornando al disco, in formazione alla batteria c’è un certo D.P., uscito subito dopo, mentre alla voce e alla chitarra abbiamo due musicisti che “resisteranno” un po’ di più: Gabriele Catania dei Gangrenectomy e Salvatore Leonardi dei See You Leather. Quindi gente che sta immersa nel brutal death e nel thrash. Questo background vario ha influito sulla musica di Infinite Cosmic evocation? Hai sentito miglioramenti rispetto alle uscite precedenti? Infinite Cosmic Evocation è un album più introspettivo, depressivo e meditativo. Rispetto ai precedenti album presenta caratteristiche più contemporanee, sia per quanto riguarda la parte musicale, sia per quanto riguarda i testi . È chiaro che ogni componente ha messo la propria influenza, proprio perché a me personalmente , lavorando con degli ottimi musicisti , è sempre piaciuto lasciare che essi diano la propria impronta stilistica . Ecco che Gabriele ha dato l’impronta depressiva attraverso le urla in stile Burzum, Salvatore ha inserito i suoi gusti thrash e i virtuosismi che hanno arricchito notevolmente le composizioni, e infine Dario P. con il suo drumming massiccio . Sicuramente è stato un primo salto di qualità di questa band, dato anche dall’ottima produzione di Magnus Devo Andersson.

Mi ha fatto sorridere un commento in calce allo streaming di Infinite… su Youtube: “That intro smells like some tasty ritual bacon baking”. Che peso dai alle recensioni, soprattutto a quelle negative? C’è chi con diplomazia dice che ogni opinione è importante, chi invece afferma che suona solo per se stesso e quello che pensano gli altri vale zero: tu dove ti collochi? Non penso che questo commento sia negativo (in fondo a me il bacon piace eheheh) . È chiaro che non si può piacere a tutti. Finora sono abbastanza soddisfatto del parere dei miei ascoltatori. Bisogna sempre suonare in primis per sé stessi, ma è chiaro che è molto importante l’opinione degli altri e bisogna sempre accettare le critiche sia positive che negative. Per quanto riguarda le recensioni , tempo fa contattavo parecchie zine per far recensire i nostri album. Quando mi sono reso conto che la maggior parte dei recensori non ascoltava neanche tutto il CD, scrivendo di conseguenza solo puttanate, ho smesso di perder tempo a mandare CD a chiunque. Se qualcuno vuole recensire i nostri lavori, preferisco che siano loro a contattarci in quanto solo in quel caso si è sicuri di aver a che fare con gente più professionale.

Dal punto di vista dei testi noto un approccio diverso, più astratto, filosofico e contemplativo. Puoi spiegarmi se ci sono effettivamente differenze o se è solo una mia impressione? Non è affatto solo una tua impressione. Ogni testo è frutto di un momento di intensa sensibilità artistica che in quel momento mi possiede. Tutto cambia in base ai concept: dal racconto, in chiave poetica e metaforica, di una battaglia tra demoni vichinghi (The Ancient Culture to Kill) al successivo Glorification of The Black Angels, dove i demoni vichinghi sopravvissuti arriveranno crocifiggeranno e massacreranno i cristiani nella valle della morte; Sacrifice to Valaskjàlf, album che parla di rituali e sacrifici umani vichinghi. Lo split The Beginning of the end già cambia tematica, è più legato alle antiche profezie legate al culto della morte (Maya, Egizi, ecc), per arrivare ad Infinite Cosmic Evocation, dal forte impatto meditativo, ancestrale, primordiale. Lo split con i Sabbat diciamo che rappresenta un ritorno alle origini, per quanto riguarda i testi, quindi guerre, battaglie, sangue, tanto sangue.

E arriviamo finalmente all’uscita più recente: lo split molto corposo con niente meno che… i Sabbat. Come è accaduto questo incontro siculo-giapponese, ovviamente sotto lo stendardo di Fallen Angel? C’è stato qualche fan dei Sabbat che vi ha scoperti per l’occasione? Lo split con i Sabbat è stata una delle più grandi soddisfazioni da dieci anni a questa parte, il tutto grazie alla nostra etichetta. Il cd ha avuto un ottimo seguito e molte persone che non ci conoscevano ci hanno contattati , ricevendo numerosi apprezzamenti. Noi stessi siamo molto soddisfatti di questa “alleanza” che ha incrementato il numero dei nostri ascoltatori.

Parlami dei pezzi che avete scelto: c’è qualcosa di nuovo e qualcosa di parzialmente già sentito, vero? C’è stata un po’ di ansia da prestazione o è tutto filato liscio? Stilisticamente siete arrivati ad un punto inedito di maturazione o c’è qualche “sbavatura” che ancora non ti convince? Per l’uscita di questo split la scelta è stata quella di arrangiare due pezzi nuovi (Dawn of emptiness e Killing supremacy) e riprendere due dei brani nostri più rappresentativi, riarrangiarli e velocizzarli per renderli più consoni agli altri due. Il tutto è stato suonato in maniera molto spontanea senza ansia alcuna. A mio parere questi brani presentano un altro piccolo passo di maturazione, ma l’obbiettivo rimane sempre andare a migliorare nei lavori successivi.

Arrivato quasi a dieci anni di carriera coi Krigere Wolf hai una panoramica di come funziona il metal in Italia. Ti piace il sistema? Il modo di percepire la musica è cambiato nel frattempo? Posso solo affermare che in Italia purtroppo è difficile poter emergere se non si scende a compromessi economici con agenzie e quant’altro . Mi chiedi se mi piace il sistema: la mia risposta è NO, in quanto vedo gruppi di merda essere sotto contratto con grosse agenzie che li promuovono o che li fanno emergere dal nulla. Quindi in sostanza il modo di percepire la musica, a mio modesto parere, è cambiato in negativo.

Sono sincero: apprezzo molto l’atteggiamento non protagonista e serio dei Krigere Wolf, che non si perdono in cazzate come taggare mille persone su Facebook in cerca di un like o peggio andando a fare vero e proprio stalking verso chi ha un blog o una webzine, elemosinando pubblicazione di notizie per lo più inutili. Però questo si traduce in una vostra sostanziale assenza dai radar delle classiche webzine. Non ti piace il compromesso, eh? Per nulla! Come dicevo prima, per apparire troppo, e soprattutto con facilità, oggi come oggi, devi solamente leccare tanti culi (e questo non fa per noi), e soprattutto avere tanto, tantissimo tempo libero. Ognuno di noi ha una vita privata, un lavoro che porta via tanto tempo, e purtroppo spesso non abbiamo molto tempo da dedicare a questo. Non ti nego che molti anni fa stavo molto più tempo davanti alle webzine, al pc a prendere contatti, a fare interviste, a mandare mail e quant’altro. Ma sono sempre dell’idea che “chi ci ama ci segue”, come si suol dire ehehe. Però poi trovi sempre l’appassionato dell’underground, come te ad esempio, ed è sempre un vero piacere scambiare due parole.

Perché secondo te un sito serio (lascio stare quelli che fanno praticamente solo clickbaiting con pseudo notizie di gruppi italiani con nessun contenuto reale) preferisce scrivere dieci notizie sul pupazzo degli Iron Maiden o sul teaser del trailer del pezzo live del gruppo VIP di turno? È vero, questo l’ho notato pure io, anche bazzicando su Facebook. Ci sono siti dove si parla solamente dei “pilastri” del metal, e non dell’underground. Ma è solamente un “problema” che si verifica in Italia, ed è un vero peccato, perché anche l’Italia è piena di grandi band che meritano più considerazione. All’estero è tutto diverso, l’attitudine è molto più aggressiva e seria. Infatti prendi nazioni come la Polonia, la Francia, la Germania, l’Inghilterra (e potrei andare avanti alla lunga), che sono colme di grandissime band nate più o meno nello stesso anno nostro, ed hanno un feedback molto più grande rispetto a noi ad esempio, che ahimè, mi spiace dirlo, abbiamo avuto la sfiga di nascere in questo posto. Ci sono band sempre siciliane o italiane che meriterebbero molta più fama e rispetto, soprattutto. Altro problema in Italia sono le etichette: se non molli migliaia di euro per un contratto non ti caga nessuno. All’estero invece trovare una label diventa molto più semplice perché là amano la musica, amano il metallo, hanno la vera attitudine verso il genere. Qua devono invece solamente speculare col sangue che buttano i musicisti, il che è davvero squallido.

Chiudo con una domanda che oramai faccio a tutti. Quando un gestore di un locale o un promoter ti chiama per chiedervi di suonare da lui, quali frasi ti fanno subito partire per quel luogo, pieno di entusiasmo, e quali invece ti fanno chiudere immediatamente la chiamata? Le domande/proposte che solitamente mi fanno passare la voglia di suonare sono: – Avete massimo 20 minuti – Qui non si suona metal estremo – Potete suonare massimo fino a mezzanotte perché poi c’è il rischio che vengano i carabinieri (ci è capitato ovviamente) – Non sappiamo se riusciamo a darvi un rimborso spese (anche se noi non pretendiamo quasi mai soldi ma suoniamo per il semplice piacere di farlo) – Trovare un fonico di merda (cosa che ci è capitato parecchie volte) che ha la capacità di rovinarti un concerto; in quel caso forse è meglio non trovarne proprio eheheh. – Ci è e anche capitato che il locale non ci abbia fornito nemmeno una bottiglietta d’acqua, per capirci. Vergognoso, ma vero. Al contrario, ti fa molto piacere quando sai di suonare in un luogo dove c’è una buona acustica, un buon fonico, e possibilità di avere sotto il palco un ottimo pubblico affamato di violenza.

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Se volete supportare i Krigere Wolf acquistando i loro album, scrivete a Riccardo qui o sulla pagina Facebook che ho linkato all’inizio.

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