Ho preso subito in simpatia i Falaise perché mi hanno dato l’idea di essere delle persone semplici e con una voglia incredibile di emergere. Accusatemi di essere partigiano, perché lo sono: questi due ragazzi umbri sono la storia che tutti vorremmo sentire, soprattutto se proveniamo da luoghi come Todi o Potenza, per esempio. Posti in cui non penseresti si possa respirare musica, eppure… Ora mi eclisso, lascio spazio a Matteo e a Lorenzo, non prima di dirvi che ovviamente il motivo per cui mi stanno più simpatici è che hanno fatto due album bellissimi. [F]
Falaise. Google Translate mi dice che significa “scogliera”. Sapete che state correndo un grave rischio? Gli italiani già sono generalmente intolleranti verso i francesi, poi voi vi chiamate Scogliera… non è molto black. Voi vi sentite un gruppo black o un gruppo post rock con qualche tratto più pesante (come lo scream)?
La scelta del nome in francese deriva dalla grande influenza che hanno avuto, in particolar modo alla nascita del progetto e alla stesura del primo album, gruppi provenienti da quel Paese. Ci riferiamo ad Alcest e Amesoeurs, è stata una sorta di omaggio a loro. Riguardo il significato, esso racchiude in sé la nostra visione del mondo e ciò di cui trattano i nostri testi, incentrati sulla sfera più oscura e malinconica dell’uomo, per cui l’idea di essere dinanzi ad un precipizio, ad un abisso, calzava con le tematiche. Ci sentiamo di appartenere alla scena black metal, anche se indubbiamente il post rock e altri generi che a prima vista possono dir poco con il black metal, ci influenzano per una gran parte. Ci sentiamo appartenenti al filone post-black metal, che per noi vuol dire black metal miscelato con tutto ciò che possa suscitare nell’artista un’emozione, senza tener conto troppo dei paletti imposti dai generi musicali.
Il vostro primo album, As Times Goes By, è uscito nel 2015. Che significa autoproduzione per voi? Che sacrifici si fanno per pubblicare un disco da soli?
Produrre musica da soli è una sfida, As Time Goes By è stato un vero e proprio esperimento in tal senso. Non sapevamo né capivamo molto di come si registra, mixa e masterizza un album, e in quell’album tutto ciò si sente, in primis nella batteria. Ad ogni album comunque stiamo migliorando sotto questo aspetto ed il prossimo speriamo sia una conferma. Ovviamente tra i sacrifici c’è il tempo, essendo inesperti nel settore impieghiamo molto tempo in fase di mixaggio soprattutto, inoltre per As Time Goes By un’altra difficoltà fu quella della visibilità. Pubblicare un album così dal nulla e farlo conoscere non è semplice, per fortuna ci sono canali YouTube importanti che ci hanno dato una mano in questo.
L’anno dopo però è arrivata ATMF/A Sad Sadness Song. È stata una lunga e faticosa ricerca? Leggendo il vostro nome accanto a Aquilus e An Autumn For Crippled Children cosa avete provato?
Contattammo alcune label che trattano il nostro genere, la Atmf ci si presentò in breve tempo e fu da subito molto disponibile a supportarci. Sicuramente per noi è un grande onore essere accostati a band di quel calibro, in particolare An Autumn For Crippled Children ha avuto una importante influenza nel nostro primo album, ad esempio riguardo l’uso di una voce abbastanza distorta.
As Times Goes By mi piace ancora oggi un sacco. È evidente però che i mezzi che avete utilizzato non erano proprio i migliori e formalmente c’è qualche asperità nei suoni. Musicalmente invece corrisponde ancora ai vostri gusti o cambiereste qualcosa? Grazie, è un piacere che ancora ti piaccia così tanto quell’album! Sì, i suoni non erano decisamente all’altezza, in particolare la batteria che plasticosa è dir poco, ma come detto prima è stato il nostro primo approccio con la musica e tutto ciò che concerne la produzione, per cui in fondo ci riteniamo abbastanza soddisfatti di come è venuto. Musicalmente invece ancora corrisponde ai nostri gusti, e anzi il nostro prossimo album sotto alcuni aspetti si rifà a quelle sonorità. Quello su cui puntiamo più sono le melodie e le atmosfere, e nei vari album queste non sono state stravolte nello stile per cui si, musicalmente è Falaise in toto.
Mi spiegate un po’ la storia di Nocturne? È un pezzo strumentale che mi ha affascinato sin dal primo ascolto. Ha delle sonorità vintage che fanno molto anni Ottanta, ma nella sostanza si ricollega ai notturni della tradizione della musica classica?Volevamo creare un sorta di outro per l’album e alla fine ne è venuta fuori una canzone vera e propria. L’utilizzo di pianoforte ed altri strumenti classici ci ha suggerito il nome che richiamasse in un certo qual modo la musica classica. Forse è la canzone la cui atmosfera più si avvicina a quella trasmessa dalla copertina stessa dell’album.
Di fatto poi è mutato il risultato: My Endless Immensity è molto più fresco e brillante. I brani sono tutti nuovi o c’è qualcosa risalente agli anni precedenti? ATMF vi aveva già bloccato per questo secondo disco o avete cercato anche altre alternative? In My Endless Immensity abbiamo cercato di inserire sonorità nuove, come alcuni riff di chitarra pulita che rimandano a generi come emo/indie, per esempio in The Embrace of Water, o più atmospheric black metal classico come in Pristine Universe, o ancora un rimando ai Lifelover con Sweltering City. I brani erano sia nuovi sia alcuni risalenti al tempo della stesura del primo album. Sì, la Atmf dopo As Time Goes By ci propose subito di collaborare sia per il secondo che per il terzo album, quindi anche il prossimo uscirà sotto la Atmf.
Già da The Embrace of Water si capisce che siete cresciuti. Il suo inizio nello stile degli An Autumn For Crippled Children è indicativo di una maturità raggiunta in pochissimo tempo. Vi piacciono le associazioni che i vari siti fanno scrivendo di voi? Dove credete di essere stati più personali e unici? Oltre agli Autumn For Crippled Children altri gruppi a cui siamo stati associati nelle recensioni sono i Lantlôs e addirittura i Deafheaven, ovviamente Alcest e simili sono i preponderanti, e tutto ciò ci fa piacere perché sono le band che hanno dato vita al progetto. La più rappresentativa del nostro suono è probabilmente You Towards Me, poiché è la canzone dove abbiamo sperimentato di più con accoppiamenti di melodie di pianoforte e chitarra, crescendi e intermezzi più “duri”. Tutte caratteristiche che hanno sviluppato il sound anche per il nostro prossimo album.
Da un certo punto di vista vi rende onore la cover scelta. Non gli Alcest, ma gli Amesoeurs, altra creatura di Neige. Come mai? Il loro unico disco è stato cruciale per voi Falaise?
Assolutamente sì, la compresenza di black metal, ritmi che rimandano al post-punk, melodie che nascono dal post rock, rendono quell’album uno dei primi a fondare questo filone. Con la cover abbiamo voluto fare un omaggio alla band, ma abbiamo voluto anche sperimentare riarrangiando una delle canzoni meno propriamente black metal in chiave più black metal.
I primi minuti di A Veil Of Stars mi hanno ricordato la progressione melodica di Doomed to Live dei Mokadelic, uno dei temi principali della colonna sonora di Gomorra-La Serie, per intenderci. Che gruppi emotivi come voi esistono oggi in Italia? Intendo sia nell’area “post” che nel metal.
Quella parte della canzone è stata anche accostata da alcuni al sound degli Explosion In The Sky, ma effettivamente la canzone di Gomorra ci si avvicina vagamente come hai detto. In Italia ci sono molte band, soprattutto post-rock, ma purtroppo qui è un genere che in pochi ascoltano. Alcuni sono riusciti ad emergere, ad esempio i The Chasing Monster molto bravi nel loro post-rock. Per il post-black metal credo che le band si possano contare sulla punta delle dita.
My Endless Immensity è uscito diversi mesi fa. Siete già al lavoro su nuove canzoni? Col senno di poi è uscito come volevate o lo cestinereste in buona parte? Attualmente stiamo lavorando sul nuovo album e possiamo dire che manca poco al completamento, non sappiamo ancora però se riusciremo a pubblicarlo quest’anno, molto probabilmente sarà per il prossimo. My Endless Immensity è stato un un album di svolta per noi perché abbiamo sperimentato con tante sonorità, con strumenti e tecniche di mixaggio. La pecca maggiore è secondo noi sempre la produzione, che in alcuni aspetti poteva essere migliore; musicalmente, ogni canzone ha una sua personalità e differisce l’una dall’altra, cosa che nel nostro primo album è meno presente, per cui possiamo dire di essere molto soddisfatti di come è riuscito l’album.
I vostri testi sono molto intimi, non raccontano una storia compiuta, ma squarci di emozioni. Si nota in più punti un fascino per il distacco, l’addio, che in senso più o meno lato si può identificare con la morte. Tutte le melodie che usate allora sono solo un po’ di zucchero per addolcire la pillola? Vi piace il DSBM? Potreste un giorno arrivare pienamente a quel tipo di black metal?
I testi scaturiscono da una visione in parte pessimistica, tragica ed anche nichilista della vita, e descrivono la parte più oscura e malinconica dell’animo umano. Al contrario, la sfera positiva, gioiosa, è rappresentata dalle melodie; questo a rappresentare entrambe le facce della vita, sia quella più luminosa che quella più buia. In fondo gioia e dolore coesistono continuamente, l’uno necessario e indispensabile per apprezzare e capire l’altro.
Sì, ascoltiamo molto il DSBM e prendiamo ispirazione da varie band del genere, Austere e Woods of Desolation in primis. Fare pienamente DSBM non è tra le nostre prospettive in ambito musicale, ma sicuramente alcuni tratti di esso sono e saranno sempre presenti nella nostra musica.
Il primo disco ha oltre ottomila visualizzazioni, il secondo circa il quadruplo. Che significato hanno queste cifre di Youtube per voi?
Sicuramente è una grande soddisfazione e una conferma del buon lavoro fatto finora, anche se c’è da tenere in conto la differenza fra chi ha apprezzato veramente l’album e chi semplicemente ha aperto il video. Alla fine non teniamo così tanto in considerazione i numeri di YouTube.
Che proporzione c’è tra i download gratuiti e quelli con una offerta, benché minima, su Bandcamp? Io sto usando questo mezzo sempre più spesso, è comodo e mi dà l’idea di supportare direttamente gli artisti, confermate la mia impressione?
La differenza c’è, ma per essere una band che suona black metal con all’attivo solo due album, dal punto di vista economico c’è stato un buon riscontro, considerando anche che l’autoproduzione rende i costi minimi. Ma anche qui, chi fa questo genere non punta sicuramente a far soldi, quindi anche soltanto aver ascoltato l’album ed averlo scaricato gratuitamente è una grande soddisfazione.
Non ho notizie di vostri concerti. Ne farete o vi ripugna solo l’idea?
Siamo da sempre un duo e per questo è difficile prendere in considerazione la possibilità di fare dei live, oltretutto a causa degli studi universitari la cosa si fa ancora più difficile. Quindi al momento non ne facciamo, in futuro chissà.
Mi sa che qualcosa è andato storto per Google… Non avrei potuto tirar fuori uno stile di musica più diverso dal vostro. Si spingono così lontano i vostri ascolti fuori dal metal? Diciamo che Google si è un po’ confuso ahah, anche su Apple music siamo etichettati come reggae. Ascoltiamo praticamente di tutto tranne la musica più banale e commerciale che per esempio viene passata in radio. Per il resto ascoltiamo dal post-rock al black, dalla musica classica al Doom metal, tutto ciò che ci trasmette un’emozione è ben accolto.
Siete umbri. Di Todi, per la precisione. Vi siete mai chiesti cosa potrebbe pensare di voi il vostro illustre conterraneo Jacopone? Una certa ricorrenza del tema del dolore è presente nelle sue laudi, ovviamente dal suo punto di vista, oltre che una “estetica del brutto” fondamentale nell’arte moderna, e in primis nel metal estremo. Chissà, magari una letta ai nostri testi l’avrebbe data.
[…] ho trovato un ringraziamento a Matteo e ai Falaise… sapete che anche loro sono passati sotto interrogatorio? No, non sapevo che anche loro avessero fatto un’intervista per te. Matteo è una persona molta […]
"Mi piace""Mi piace"