Qui dentro c’è gente che mastica e sputacchia death metal da una vita. Pete Slate e Tony Blakk hanno suonato rispettivamente in Rites of The Black Mass e Hail Victory degli Acheron, ma a me non piacciono tanto lì quanto negli Equinox. In particolare è da ripescare il loro primo disco, il buon Return To Mystery del 1996. Mi dicono che hanno pubblicato anche un altro disco nel 2003, ma non ne conosco neanche una nota, chiedo perdono.
I Druid Lord, all’esordio nel 2010, si dimostrarono qualitativamente in linea con Acheron e Equinox: Hymns For The Wicked nel campo del death/doom non era una schifezza, ma manco questa gran cosa, molto basilare e in alcuni punti un po’ spento. Non si sentiva la morte, non si sentiva la morbosità. Il successore esce sette anni dopo e ha dei suoni di chitarra ruspanti. Purtroppo le notizie positive finiscono qui. Grotesque Offerings è un supplizio, una disgrazia, un errore della natura. È incredibilmente poco dinamico, a partire da una batteria freddissima, di pura plastica. Non ci sono passaggi interessanti, non ne sento proprio. Sono solo bozzetti di melodie che a dire il vero sembrano note sconnesse tra loro. Il death/doom è mortificato in questi cinquantacinque minuti, è un involucro di carta di giornale che avvolge il nulla. Si fa fatica ad arrivare alla fine dei singoli pezzi, tanto che mi è passato per la mente che forse si tratta di un disco registrato e assemblato in modo interamente casuale. Ci sono pochissime idee e sono disposte male, senza atmosfera, dando l’idea di un mucchio di vestiti usati lasciati a prendere il fresco vicino a un cassonetto pieno. Svegliatemi, vi prego.
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