Con questo nome mi aspettavo una schifezza tipo i Melechesh, sapete? Poi mi sono messo a studiare e ho trovato il primo disco degli Hak-Ed Damm molto più cruento. Nulla di speciale, solo pura violenza. Era il 2010, epoca di Necrowristfucked. Dopo uno scioglimento e diversi split, quindi una vita dopo, arriva il nuovo album che fortunatamente è molto meglio di quanto fatto in passato.
La base è sempre un black metal che definire guerrafondaio è poco, ispirato a Marduk e Endstille, lanciatissimo e mitragliato, ma con una produzione molto efficace e mai stucchevole. Holocaust Over Dresden ridà linfa mortale alla band canadese, forse grazie all’innesto di un nuovo frontman come Winterthrone, proveniente dagli Endless Horizon. La sua prestazione è letteralmente paurosa. Il disco è sin dal titolo ispirato al bombardamento di Dresda, uno dei massacri più imponenti della Seconda Guerra Mondiale e riesce effettivamente a trasmettere il senso della carneficina. Ho iniziato a tremare quando è partita la sirena nella maledetta Blooming Groove, uno dei pezzi più riusciti. In generale sono pochi i momenti non a fuoco, giusto qualche riff troppo standard (Usine de Mort). Un panzer impazzito che offre a un modico prezzo bicchieroni pieni di macedonia di ossicini: questo sono gli Hak-Ed Damm e ne hanno fatto un’arte. L’arte della guerra, appunto.
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