La vita, a volte, sa essere di una semplicità spaventosa. Mathias Hemmingby, classe 1996, grazie al suo primo album sotto il nome di Eldamar, ha raggiunto UN MILIONE di visualizzazioni su Youtube. Spero che almeno un decimo di questo numero immenso abbia ascoltato interamente il suo The Force Of The Ancient Land.
Dura un’ora e un quarto ed è un’immersione totale nei discendenti più epici e naturalistici di Summoning e Burzum periodo Filosofem, ossia Lustre e Midnight Odyssey. Monotono? No. Ripetitivo? Sì, ma non troppo, considerando la sua mole. Tante tastiere, tempi dilatati senza rivoluzioni improvvise, insomma atmosfera assicurata. A Dark Forgotten Past, come da titolo, è più oscuro, le chitarre sono più in evidenza e disegnano riff più arcigni (Ancient Sorcery, Return To Darkness). Il comparto ambient non è cambiato di molto, solo A Secret By The Branches mi sembra un po’ più audace. Sicuramente è usato con più efficacia e le melodie sono più accattivanti. Resta praticamente immutato il resto, a partire dalle amate/odiate parti parti di tastiera che sembrano di una voce femminile, stavolta oggettivamente troppo invadenti. L’effetto sorpresa per The Force Of… sarà anche svanito, ma non per questo il nuovo album gli è inferiore. Per quanto sia sognante e suggestivo, è sempre e comunque un disco a uso e consumo (intenso) dei fan del genere, come spesso accade per le uscite Northern Silence.
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