Chiedersi che fine hanno fatto gli Hentgarm dopo il loro gran bel primo disco datato 2013 è una curiosità legittima. La risposta del loro chitarrista Vrath è molto esplicita: dallo scorso anno ad oggi è uscito un ottimo e crudissimo album a nome Catacombes e tre come Onirism, quasi tutti degni di nota.
A proposito del progetto appena citato, il più attivo e prolifico, deve segnalarsi il recentissimo SUN. Purtroppo Cosmic Dream era appunto troppo estenuante e la sua ora e un quarto non valorizzava le tante idee al suo interno, disperdendole e diluendole troppo nelle tastiere/sinfonie programmate che sanno di amatoriale. La particolarità consisteva nell’unione di primi Dimmu Borgir e Emperor con la maestosità naturalistica dei Windir. In soldoni black metal sinfonico e atmosferico. In The Well of Stars si assisteva a una crescita decisa verso suoni più definiti e professionali, mentre SUN fa registrare una curiosa inversione di tendenza e facendoci conoscere un altro profilo di Vrath, diverso dagli altri già conosciuti. C’è meno metal e più tastiere, e suonate molto meglio per giunta. L’intento è di mostrare la vastità dell’universo, credo. Quindi è un viaggio cosmico (non un sogno, come il disco meno riuscito) sulle ali dei Tangerine Dream e del black sempre più consapevole e maturo. Già suona meglio dei Lustre. Certi suoni ricordano Midnight Odyssey, ma con più senso delle misure e dono della sintesi. È la direzione giusta: guai a sminuire SUN perché dura “solo” trentatré minuti, è il lavoro migliore mai fatto da Vrath assieme a quello degli Hentgarm perché evita di doversi misurare con qualcosa di troppo azzardato come gli apparati sinfonici, suonando qualcosa di perfettamente realizzabile e di grande effetto. Forse i Mesarthim sono ancora di un livello superiore, ma Onirism è solo al secondo anno di attività, può tentare il sorpasso. Se oggi Kubrick fosse ancora vivo e dovesse aver bisogno di una colonna sonora, SUN sarebbe quella ideale.
[F]
[…] saremmo davanti a emuli di Lantlôs, Alcest e per ultimi gli umbri Falaise. Antoine Guilbert (ossia Onirism) ad esempio ha fatto un dischetto molto promettente, ma abbastanza… “descrittivo” […]
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