Mica lo sapevo che i Gridlink erano fermi a causa della malattia che aveva colpito il loro chitarrista Takafumi Matsubara dopo lo scartavetrante Longhena di tre anni fa, un contributo unico al grind moderno.
È un piacere perciò scoprire che l’infezione cerebrale è scomparsa e allo stesso tempo che il musicista (essenziali anche i suoi Mortalized) ha formato un nuovo misterioso gruppo chiamato Retortion Terror. Assieme a loro, direttamente dal Minnesota, gli acrimoniosi Invidiosus, i quali danno un seguito al bellissimo EP dello scorso anno, dopo un esordio discreto e perfettibile nel 2014. È uno scontro di civiltà? Oriente contro occidente? Che poi, a voler essere pignoli, rispetto agli USA il Giappone sta all’estremo ovest? No, è semplicemente la storia di un primo ottimo passo (Retortion Terror) e di una conferma micidiale (Invidiosus). I primi dall’urlaccio con cui pronunciano il nome della traccia Arcane Dogs ci fanno capire che non si starà fermi un attimo, e infatti la temperatura sale assieme ai bpm e alle tonalità del cantato inferocito. Sembra di essere a un live. I secondi invece adeguano la durata dei loro brani a quella adatta a un split di quindici minuti in totale, risultando diversi dai loro compari dagli occhi a mandorla per un’influenza deathgrind più netta e una produzione più massiccia. Le melodie più metal che grindcore sono un marchio di fabbrica degli Invidiosus da diversi anni. Assoli impazziti come una tempesta di sangue annaffiano le canzoni e danno più sapore all’esperienza. Non li avevo mai sentiti in uscite così brevi e devo ammettere che forse sono anche più efficaci, la loro tecnica non comune viene esaltata e alla fine della fiera è il loro lato dello split che rimane più impresso. I Retortion Terror accoltellano, gli Invidiosus infettano le ferite. È tutta questione di efficienza.
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